“Buon anno, mia chiesa”. Poche ore e il sipario spedirà negli archivi celesti un altro anno liturgico. Anno di chiesa padovana: surplus di Passione e voglia di Risurrezione, Avvento di orizzonti storditi e speranza di Natali da celebrare angelicamente. Troppi giorni ad echeggiare il Venerdì santo! Ma sotto il Calvario una circonvallazione è ancora in fase di studio nelle moderne teologie. Il cartello “Direzione obbligatoria” sfida lo scorrere dei millenni. Speriamo che anche quaggiù – tra meridiani agitati e paralleli da interpretare – la Settimana Santa chiuda i battenti la sera di Pasqua!
Anno sudato, come sudata sarà la storia dell’umanità fino al fischio finale. Anno stremante: troppo amore trasportato con le gru nei tubi catodici confonde l’Amore disceso a piedi nudi dal cielo. Dai tribunali ai piedi dei colli attraverso la piazza assurda di Ciao Darwin… forse Cristo qualcosa ha scarabocchiato sui muri delle nostre chiese. Per noi preti: “siate santi come io sono santo”. Per voi: “Non temere, piccolo gregge”. Per noi e per voi: “Vi ho dato l’esempio perché ne seguiate le orme”. Sfida ardita. Sfida folle. Sfida che ti sfida perché sveste l’animo di chi l’acciuffa. Sfidati, noi preti ci siamo trovati assieme: anche da noi l’unione fa la forza (oltre a qualche chiacchiera). Assieme per alzare gli occhi, per stringere una mano, per abbracciare una fatica. Assieme per ripeterci che il nostro Amore (da non confondersi con amore) non è peccato. E’ Amore: esigente, immenso, straripante, esaltante. Costoso! 35.000 volte ce lo siamo ripetuti. Forse non basterà:perché la sua tiratura è illimitata!
Nati per confonderci tra di voi, parliamo “di” Dio magari senza prima aver parlato “con” Dio: e i sorrisi non sbocciano, non esplodono. Rimangono avvolti nella loro insensata stitichezza. Linguaggio strano anche per noi quello del Creatore. Ad extram appare chiarissimo, ad intram sembra troppo confuso. “Siamo uomini” – ce lo ripetiamo spesso! Voi rinfacciateci che “siamo uomini di Dio”! E’ forma di Chiesa gradita a Cristo.
Domani sera, avvolti in violacei colori, ci ritroverete ai nastri di partenza. Magari con gli scarpini slacciati perchè a correre non c’è voglia. O con i muscoli nervosi. Che bello se ci trovaste in ginocchio: a chiedervi scusa se vi abbiamo parlato “di” Dio senza essere “in” Dio.
Vieni, Signore Gesù!