Cristoddio è un gigante di natura. Ancor più dimostra d’esserlo allorquando gli avversari tentano d’ingabbiarlo nelle loro trappole pestifere. La loro preferenza, appena possibile, è sempre in materia d’amore e affini, ossessionati come sono dalla gestione dell’affetto: «E’ lecito a un marito ripudiare la propria moglie» chiedono stavolta al Re d’Amore e di cuori. Nulla arreca(va) più prurito del conoscere la gestione privata del cuore, dei suoi reconditi segreti. A domanda, però, Cristo risponde con un’altra domanda: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?» Li interroga Lui, dunque, per fiutare da dove nasca questa loro curiosità morbosa. Loro, cafoncelli da primi della classe, sono afferratissimi in materia, figurarsi: «Mosè ha permesso di ripudiarla». Evviva, liberi tutti: che ciascuno faccia ciò che gli detta il cuore suo. Al che Cristoddio si alza sui pedali e accelera l’andatura, facendo selezione: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma (…) Ma dall’inizio della creazione» eccetera, eccetera. E’ un fuoriclasse della Madonna, nel senso più biologico dell’espressione. Non li giudica per quella loro domanda-bugiarda, non critica nemmeno Mosè, semplicemente li prende per mano e, con tatto, insegna loro un segreto per non fare figure da polli, pensandosi aquile: “Ogni volta che vorrete sapere qualcosa – sembra d’avvertire fin qui l’eco -, verificate l’attendibilità della questione consultando la casa-madre”. C’è un sospetto, dunque, che Cristo stesso mette in circolo: che ci siano delle regole che ti impongono d’osservare ma che Cristo non ha mai firmato. Sono regole inventate da uomini. Oppure, è il gran caso di Mosè, che ci siano delle regole che, strada facendo, sono state ritoccate dalla discrezionalità di chi, in quel tempo, aveva l’arduo compito d’interpretarle per custodirne la freschezza. In entrambi i casi, “verificatene l’originalità”, consultando la casa-madre!
È geniale Cristo. Quando ragiona così, fa sbarellare i cervelli avversari: anche quelli amici, a voler essere sinceri. Eccolo, dunque, condurli in casa-madre per mostrare loro la certificazione di garanzia, ch’è garanzia d’autenticità: «Ma dall’inizio della creazione, Dio…» (cfr Mc 10,2-16). Non capita così anche quaggiù, forse? Tu puoi anche comperare oggetti di extra-lusso di seconda mano, di terza, quarta: “Usato garantito” hanno scritto addosso. Il che significa che, nel caso di mal funzionamento, la casa-madre risponde a chi lamenta l’inefficienza. In caso contrario, senza il certificato di autenticità, la risposta diverge: “Signora, le pastiglie dei freni non sono originali. Pertanto la garanzia non risponde!” E’ per questo che esistono i concessionari autorizzati: perchè il marchio di fabbrica, in caso di rottura o difetto, possa rispondere della materia. Cristoddio, a lagnanze e agguati, risponde da signore: prende la mano e, per mostrarsi pienamente responsabile del suo materiale, ti riporta nel suo paese, nella casa-madre del cuore suo, dove tutto è uscito la prima volta. All’origine: “Quando abbiamo registrato il brevetto della prima storia d’amore – dice – questa era la trama e la destinazione d’uso dell’amore. Se poi le cose sono cambiate strada facendo, non dipende da noi ma da altri fattori. Per sapere, comunque, cos’è l’amore, abbiate l’accortezza di consultare la fonte. Non la foce”.
Smantellate, voi, un ragionamento così!
Poteva infilarsi in una diatriba infinita costellata di corna, lenzuola, scuse e accuse. Minacciare il divieto di comunione, brevettare il concetto di situazioni-irregolari, caldeggiare che i panni sporchi vengano lavati in casa. Lui, invece, è Dio: della morale non gliene frega un fico secco, di dire agli altri che cosa devono fare nemmeno, di criticare le peripezie del cuore figurarsi. A Lui interessa l’uomo, la donna, la loro libertà. Che, per non divenire una banconota falsa, ha l’urgenza d’essere sempre tenuta in bolla. Centrata. E’ per questo che, da Signore qual’è, invece che giudicare ritorna a raccontare com’è sbocciata la prima storia d’amore. E, siccome non giudica, l’uomo e la donna, confrontandosi con il marchio originale, riconoscono i particolari originali da quelli contraffatti. L’amore dal volersi bene, il volersi bene dal farsi compagnia. Questo è Cristo, col suo modo signorile di ragionare: prendere o lasciare. Peccato solo, che peccato però, che si frequenti ancora troppo la chiesa senza (ri)conoscere Cristo.
(da Il Sussidiario, 2 ottobre 2021)
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro (Marco 10,2-16).