pioggiaThiene (VI) – Ci mancava qualche lupo in mezzo alla campagna e poi c’era tutta l’ambientazione per una favola degna della migliore letteratura per bambini. Anche il cielo era da lupi, e da lupi è rimasto fino a tarda sera. Cosicché il primo arrivato ha condiviso in tutto e per tutto la stessa sorte capitata all’ultimo arrivato. Una gara fradicia d’acqua la “Mezza Maratona dei Sei Comuni” corsa tra Villaverla e Thiene, splendidi paesi della pedemontana vicentina, questa domenica. Oltre 600 partecipanti al via – un successo incredibile tenuto conto che è solo alla III^ edizione – pronti a sfidare la pioggia, il vento e il freddo per rincorrere un sogno che equivale ad una passione.
Questa è stata anche la mia ultima corsa dell’anno 2010. Un anno che mi ha visto macinare quasi 5000 chilometri tra gare e allenamenti. La maratona di Roma (2h 49’21”), quella di Padova (2h 48’21”) e quella magica di New York (2h 48’58”). Due mezze maratone, entrambe nella mia terra vicentina: a Bassano del Grappa (1h 21’20”) e a Thiene (1h 17’46”). La “30 km del Mare” di Ostia (1h 56’30”), la “Ascoli – San Benedetto del Tronto” (33,250 km in 2h 17′) e due 10 km del circuito The Run de La Gazzetta dello Sport. Più due gare non competitive: il “Giro delle Malghe” (26 km) e la 10km NonSoloSport di Padova. Gare che nella maggior parte dei casi mi hanno offerto la gioia e l’emozione di poter celebrare la “Messa dell’Atleta” usando lo sport come linguaggio inedito per parlare di fede, di giovinezza e di appassionata rivincita nella lotta del quotidiano vivere.

 

Oggi ho chiuso la stagione in casa, tra quelle colline e quelle strade che per tantissimi chilometri m’hanno fatto compagnia nelle lunghe ore d’allenamento: sotto la pioggia primaverile, la canicola d’agosto e il freddo di novembre. Una gara che ci tenevo ad onorare per un atto di sincera riconoscenza verso gli splendidi organizzatori dimostratisi signori nell’accettare di collaborare con www.sullastradadiemmaus.it e facendo trovare agli atleti nel pacco gara Asini dalle matite colorate. Tanti degli atleti erano papà, qualcuno sarà stato zio, qualcun altro forse nonno: mi piace pensare che stasera qualche ragazzo/a tenga tra le mani i nostri simpatici asini. E in loro compagnia scopra che davvero la vita è un’avventura meravigliosa. Un’avventura di farfalle pronte ad accendere la voglia di scattare nella vita.
C’erano troppi motivi oggi ad incitarmi: la voglia di partecipare ad una gara che ha devoluto in beneficenza i premi per i nostri paesani alluvionati, il desiderio di chiudere una stagione sportiva che m’ha mostrato quant’è bello scoprire un limite per poi sfidarlo, la gioia di poter correre sentendo i personaggi del mio romanzo che mi dettavano il ritmo e che, inconsciamente, mi facevano scoppiare a ridere ripensando alle loro prodezze tra le pagine. La voglia di matta di credere sempre di più allo splendido progetto ideato e messo in atto con il mio amatissimo Peppone e tutti gli amici che in queste settimane si stanno aggregando. Tantissimi motivi che io ho cercato di riassumere in una gara corsa col cuore dall’inizio alla fine. E in Piazza Chilesotti a Thiene raccogliere un V^ posto assoluto – con un tempo di 1h 17’46” (mio nuovo record personale sulla Mezza) – significa aver confermato la voglia di continuare a correre. Nello sport ma sopratutto nella mia vita di ragazzo e di prete. Ho guerreggiato a lungo per il podio, l’ho visto sfumare per meno di cento metri: ma questo è lo sport. Forse anche la vita: un centimetro in più o un centimetro in meno e cambia tutto. Eppure sotto il traguardo ero felice: d’aver corso, d’aver trovato la mia famiglia e i miei amici che facevano il tifo commossi, d’aver onorato la fiducia datami, d’aver scoperto un linguaggio che mi aiuta a raccontare la gioia d’aver incontrato un Uomo (quello di Nazareth, ndr) che m’ha ri-ordinato una giovinezza che pensavo ordinaria.
Adesso la sfida s’affina. O meglio: adesso parte la versa sfida, ossia quella di raccontare al mondo delle scuole come lo sport sia una meravigliosa palestra in cui educare il cuore a colorare la sfida della giovinezza.
Chiudo la stagione con l’appetito acceso. La situazione più bella: così a tempo debito avrò la fame di rimettere le scarpe ai piedi e rincorrere altri sogni. Sogni di uomo, di prete e di sportivo: visto che dopo una stagione corsa per divertimento ho scoperto di non conoscere il limite al quale mi posso avvicinare. So solo che la prossima la voglia giocare alla perfezione, curando i minimi particolari, limando le piccole sbavature. Così, strada facendo, m’allenerò inconsciamente a fare lo stesso pure nella mia esistenza. Allora sì che i capolavori non abiteranno più solo i sogni!
Nel frattempo mi nasconderò e vivrò nelle gesta dei miei amatissimi personaggi che abitano i due romanzi che stanno per uscire (entrambi debitori al mondo dello sport e dei giovani). Personaggi che, geniali e intraprendenti, m’hanno gentilmente chiesto di mettermi da parte e di lasciare loro la strada aperta. E io, per una volta, sarò fiero ed orgoglioso di fare loro da apripista. O, come si dice in gergo, d’essere la loro lepre.
Lepre di un gruppo di fuoriclasse genetici ai quali bisogna saper parlare. Per non essere allenatori insignificanti.

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