Parenti “imbarazzanti”

Da Betsabea a Racab, da Ruth a Davide. Una famiglia con risvolti imbarazzanti, che dice del desiderio di Dio di non sottrarsi alle pieghe dell’umano.
Il Battista e i mostri marini

Solo rievocare il passato aiuta a riporta alla mente ed al cuore gli accadimenti del passato, percependo, in prima persona, l’intervento di Dio nella storia dell’uomo. Legge e cuore La legge, nel cuore. E, considerando che, nella cultura ebraica, il cuore è considerato la sede, innanzitutto, della volontà, ciò rappresenta un desiderio della volontà e […]
Equilibrio capovolto

Cose nuove e cose antiche Una pesca. Dal mare o da un tesoro. Pesci buoni nei canestri e cattivi da ributtare; oggetti di valore, in mezzo a cianfrusaglie. L’invito è senz’altro al discernimento, ma anche al coraggio di crescere: perché ogni discepolo è chiamato ad incamminarsi per diventare scriba. Perché chi riceve, è chiamato – […]
Martirio: la fortezza di uno sguardo

Dai tempi di Antioco Epifane ad Edith Stein, passando per san Bartolomeo e san Lorenzo. Il sangue dei martiri ci interroga. Non è culto del dolore. È desiderio di vita piena, che intravvediamo nel loro sguardo!
Trasfigurazione e lavandai

Trasfigurazione: oltre il descrivibile, ma pur sempre esperibile. Tra Mosè ed Elia, in Cristo si compie ogni Scrittura.
Felicità paradossale, ma possibile

Dio cerca l’uomo, che cerca la felicità. Nelle beatitudini, il contatto si fa possibile, anche se sembra paradossale.
La Chiesa di Pasqua

Pietro e Giovanni alla Porta Bella guariscono uno storpio. Nel nome di Cristo. Diventa motivo di annuncio, per la Chiesa di Pasqua.
Voi stessi. Da mangiare.

“Date loro voi stessi da mangiare”(Lc 9,13)
L’invito non è (solo) a trovare cibo per una moltitudine, una volta constatatone lo stomaco brontolante. Va oltre. Paradossalmente, il Dio-fattosi-uomo, ci invita a rientrare nel nostro essere uomini, a sentirci uomini-tra-gli-uomini, condividendone gli affanni. Se l’idea dei discepoli è di annunziare il “rompete le righe”, perché ognuno si organizzi per conto proprio, Gesù la vede in modo ben diverso. Non solo si interessa dell’integrità dell’uomo, che comprende anche stomaco e visceri, insieme con desideri, aspettative, angosce, aspirazioni, timori: intende condividere l’essere uomini, invitando anche noi a fare lo stesso.
Immersione di Dio, emersione dell’uomo

C’è un sangue che ci unisce e ci rende fratelli, non di sangue, ma in modo ancora più profondo, nel quale è possibile annegare ogni nostra inimicizia ed ostilità. È il sangue di Cristo, “nostra pace” (Ef 2,14). In lui, possiamo diventare fratelli, in quanto “figli nel Figlio”. Un Figlio che s’immerge Dio nel Giordano, per imparare a diventare uomo, sulle strade del mondo.