Ascensione e prospettiva

Ascensione: naso all’insù, ma piedi pronti a camminare. Con Cristo, nella Chiesa.
Lo Spirito Santo, o: il miglior insegnante del mondo

Lo Spirito Santo. Due parole sull’insegnante divino.
L’anticipo divino

Nel Padre Nostro, nella Tradizione, nella Scrittura: Dio gioca d’anticipo, per invitarci ad allargare i nostri orizzonte sulla gratuità dell’amore (firma di quanto viene da Dio).
La Chiesa di Pasqua

Pietro e Giovanni alla Porta Bella guariscono uno storpio. Nel nome di Cristo. Diventa motivo di annuncio, per la Chiesa di Pasqua.
Vedersi schiavi, per diventare figli

Da servi a figli Dalla radicale appartenenza a una stirpe, quale imprescindibile elemento di connotazione identitaria ad una figliolanza radicale, che ritrova, in Cristo, il Figlio di Dio, il compimento dell’attesa della fede di Abramo.In altre parole: “Figli di Abramo” è sufficiente per essere “figli del Padre”? La domenica di Abramo La III domenica di […]
La via del ritorno

Avvicinamento alla Quaresima Memore dei fasti antichi, il rito ambrosiano, che vedeva le domeniche precedenti la Quaresima (Quinquagesima, Sessuagesima e Settuagesima) innestate in uno spirito penitenziale, fa seguire, alla Domenica della Divina Clemenza, quella del Perdono. Prostituzione e idolatria La prima lettura, tratta dal libro del profeta Osea, ci conduce alla radice del peccato. La […]
Famiglia: tra (supposto) anacronismo e profezia

Famiglia. Quasi un anacronismo, se pensiamo ai nostri giorni, in cui vediamo i matrimoni (in particolare, cattolici) in vertiginoso calo e una visione socio-politica che ci offre uno sguardo sempre più pessimista, verso coloro che, andando controcorrente, hanno il coraggio di mettere al mondo dei figli. Ma se guardiamo lattualità in cerca dei segni dei tempi, possiamo scorgere la profezia di una festa che racconta qualcosa di profondamente umano. Senz’amore, viviamo nell’illusione di poterci dominare come un animale alla catena. Ma le catene più efficaci sono sempre quelle dell’amore. Come un “ti amo” aiuta più di mille sermoni, perché, quando sincero, rimane impresso sotto pelle, come un tatuaggio indelebile, così, la Parola di Dio, in un cuore disposto ad accoglierla, penetra più di una lama a doppio taglio. erché, se la Parola, in Cristo, si è fatta carne, già in questo abbiamo l’attestazione più concreta che “Dio è amore” (1Gv) e che è nello sguardo reciproco con cui condividiamo la nostra umanità che un riflesso dell’amore di Dio può risplendere nel mondo.
Splendidi e benedetti

Nel libro più noioso della Bibbia (quello dei Numeri), la benedizione più bella, con l’augurio che il volto del signore splenda su di noi. Cristo condivide non solo la nostra natura, ma anche le leggi della società in cui si trova, facendo memoria della storia in cui si inserisce. Maria, nel frattempo, medita nel suo cuore, la meraviglia che accade: l’unico modo per farvi fronte!
In attesa di Gesù, con Maria

Dio arriva, come nell’agguato a Giacobbe al guado di Yabbok[6], come quando il Maestro si accompagna ai due di Emmaus[7], proprio da dove non ci aspetteremmo, nel modo in cui non siamo preparati ad accoglierlo, come un ospite – perennemente – inatteso. È questo lo stile di Dio: “passare per le vie più piccole”
Il risveglio del deserto

Il fiorire del deserto è l’invito alla gioia dell profeta Isaia. Se Dio non è solo il Creatore che, nella notte dei tempi, ha dato avvio al respiro del mondo, ma è – soprattutto – il “Dio dei vivi” (Lc 20, 38) e la “sorgente della vita” (Gv 4, 5-42), allora è in Dio che si svolge la nostra vita – tutta intera – con le sue mille ri-partenze. E, ognuna, può diventare occasione di propizia crisi, perché ogni “morte” diventa vita, quando è a contatto con il Signore della vita, Colui che, sconfiggendo la morte, fa “nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).