Il rischio di sposarsi in chiesa
L’intelligenza di una persona – ne era convinto il mio professore di lettere – la si misura dalle domande che uno fa non dalle risposte che uno dà. E la domanda che Gesù fa ai farisei, riconosciuti animali da combattimento intellettuale, è intelligente e non ammette repliche o fraintendimenti: «Che cosa vi ha ordinato Mosè» chiede in […]
Quella segugia di suor Giselda
Giselda è una donna di quasi ottant’anni. Dico “donna”, pur sapendo che è anche una suora: una suora felicissima, tra l’altro. A colpirti, però, non è la sua spiritualità: la dai un po’ per scontata essendo suora (anche se non tutte le suore e i preti hanno spiritualità!) A stregarti è la sua profondissima umanità. […]
L’Avvento di mio nonno stradino
Lo ripeteva il nonno, ch’è sempre rimasto, finchè è stato in vita, il mio consulente privato in materia di proverbi: La miglior salsa è l’appetito, gente! Lo diceva a chi, seduto per pranzo o cena, chiedeva dell’olio o altri condimenti culinari. Lui, che di professione fece con passione lo stradino comunale (*), ci si accorgeva […]
La santa furbizia dei bambini
Uno sprazzo di cielo sereno dentro un mare in tempesta. Da una parte le incomprensioni dei potenti, la saccenza degli studiati, l’arroganza di chi dice “so tutto io”. Dall’altra la fanciullezza dei più piccoli, l’allegrezza dei bambini, quella dolce spensieratezza di chi s’alza al mattino facendo un piccolo inchino alla vita propria, quella altrui. Lui, […]
Le bave di Erode e gli occhi di (don) Fortunato
La scritta, sulla porta della stanza, è di colore rosso, a caratteri maiuscoli. Una sola parola: “ATTENZIONE!” Mi ritornerà alla mente il giorno dopo quando mi fiondo dentro il bagno dell’aeroporto di Catania per vomitare: l’aereo sta per partire, il mio fisico non riesce a reggere lo schifo visto il giorno prima. «Vedere qualche frammento […]
Quanti Gesù nascono a Natale?
hanno capito che Gesù non va messo in anticipo, perciò lo nascondono dietro la capanna.
Ma la meraviglia mi ha colto qualche giorno fa, mentre spegnevo le luci su quel piccolo panorama palestinese… Dietro la mangiatoia non c’era più un Gesù bambino, ce n’erano tre. Uno per ogni figlia, uno per ciascuno.
Quale genio hanno i bambini lo sa solo il buon Dio. Noi adulti, infatti e giustamente, pensiamo che Gesù sia uno per tutti, ed è così, effettivamente. Ma i bambini devono concretizzare questo suo “essere per tutti”, devono rendere visibile che Lui è per te, per me, per noi. Perciò eccolo lì, dietro la capanna, in attesa anche lui, visibile in tre statuine simili, ma non uguali.
Quelle tre statuine insegnano a me, questa volta, che proprio perché il figlio di Dio è per tutti, ognuno instaura una relazione personale con Lui, nella propria vita, nelle stanze del proprio cuore. La relazione che avrò io con Lui non sarà quella di un altro, mai, sarà originale e irripetibile. Questo lo hanno capito tre bambine che insieme non fanno ancora sedici anni. Quella statuina rappresenta il loro piccolo, enorme, desiderio di avere, di intessere una relazione a tu per tu con Gesù. È un simbolo tenerissimo e magnifico della loro fede nascente.