Protagonista della storia è l’uomo che vive. La donna si era intestardita oltre misura. Si era sporta fin sul limite delle possibilità: “Mi basterà toccargli la veste, sento che guarirò”. Per i medici, il suo era diventato un caso rarissimo, per le sue misere finanze la malattia era divenuta cagione di disfatta. Dodici anni, che sono più di due lustri, a perdere il suo sangue, équipe di medici a non saperlo arrestare, quell’imbarazzo sul volto che è tipico di chi si sente infetta, infettata, sporca. Tenuta a bordo strada dalla società, della società. L’occasione, stavolta, è ghiotta: tutto quel turbinio di gente che staziona attorno al Cristo-medico le permetterà di toccarlo senza che nessuno s’accorga, che Lui l’avverta. Basterà un tocco per guarire, è convinta. S’intrufola nella folla: più che i suoi occhi, va a cercare il suo lembo, avanzi di presenza. Lei tiene gli occhi bassi. È un vizio di forma: “Sei una maledetta, tieni gli occhi bassi” in tanti le avranno detto. Lui, il Camminatore, avanza a passi lenti: quando le s’avvicina, è tutto un vociare confuso, una marmaglia di pensieri, parole mute, sorde, cieche: è il dolore ad essere muto, sordo, cieco. Tutti per Lui, accorrono da Lui, Gli vanno addosso. Lei, strattonata nella mischia, zac! Gli sfiora appena il mantello, è il poco che le basta. Se l’era detto quando nessuno le diceva nulla: «Subito il flusso di sangue s’arrestò» (Mc 5,21-43). Fu per fede: che fede! Ebbe davvero fede.
Nessuno s’accorge di nulla, eccetto lei. Eccetto Lui che, diretto verso la casa di Giairo, arresta la fiumana di gente, si arresta all’improvviso: «Chi mi ha toccato?» A Pietro, pescatore avvezzo agli umori del mare, all’umorismo, pare il festival dell’umorismo. Manca poco che si cappotti dalle risate: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Come dire: “Stai scherzando, vero? Sono tutti a strattonarti, dappertutto. Mi chiedi chi ti ha toccato?” L’Uomo è convinto di ciò che dice: «Qualcuno mi ha toccato, una forza è uscita da me». Ammutolisce Pietro, resta serio il Maestro: tutt’intorno tutto è sospeso a quella domanda che, adesso, attende risposta. Lei, a gattoni per terra, chiede alla terra d’inghiottirla viva: avverte su di sé il peso di mille sguardi, il fiatone della curiosità, il mistero di quel sangue che d’un tratto è tornato in circolo, s’è rimesso in carreggiata. La squadrano, la puntano, quasi a rinfacciarle quella strana idea che le è venuta di andare a toccare quell’Uomo, intoccabile a detta di loro. Lei si alza solo quando avverte che il Medico è testardo: non avanzerà fino a quando non avrà scoperto la destinataria di quella forza graziosa. Si alza, gli racconta la sua storia, il suo essere diventata vecchia anzitempo, quell’andare a sguinzaglio tra impacchi e medicazioni. Di quel giorno nel quale ha sentito parlare di Lui. Di quella voce che le ha bisbigliato addosso una novella buona a sentirsi, ad immaginarsi: “Vai da Lui, vedrai che uomo!” Si è fidata, si è incamminata, l’ha toccato: è bastato.
Glielo dice apertamente: “Tanti mi avevano toccata per guarirmi. Mi mancava il toccare te per guarire: lo sapevo, perdona la mia invadenza!” Poi, atterrita dal magnetismo di quell’Uomo, ascolta il verdetto. E’ per lei, sarà per tutti: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, va’ in pace». Lei ha toccato Lui, Lui ha toccato lei con la sua grazia. Si sono toccati, aggrovigliandosi le anime: “Va’ e sii felice!” E tutti gli altri a non esserlo, forse. Pur addosso a lui, non lo cercano. Non lo desiderano al pari suo. Agostino, a margine e commento di quell’incontro, scrisse parole col fuoco: «Turba premit, illa tangit» (“La folla spinge, lei tocca”). Fare ressa, dentro i Vangeli, non è toccare. Vedere non è guardare, sentire non è ascolto. Quando si alza da per terra, la donna risplende. Pochi lo sanno, ma Cristo ha iniziato a mettere in piedi il finale della risurrezione: credere che i morti risorgeranno sarà materia di fede per il domani. Credere che i vivi, caduti, si rialzeranno è la parte meno nota del credo cristiano. Per quella donna, Cristo non era un’operazione intellettuale. Guarì, si salvò, perché Dio era una ricerca inquieta e spericolata.
(da Il Sussidiario, 30 giugno 2018)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
(Mc 5,21-43)
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