Esiste una maniera intelligente per rendere al meglio nel proprio mestiere: smettere, per un po’ di tempo, a farlo. Forse è anche questa la cagione che ha portato l’uomo ad ideare le ferie d’agosto, il riposo settimanale, il respiro dell’anima. Un teorema lavorativo che il Cristo dei Vangeli mostra di conoscere e d’applicare come a nessuno, meglio di Lui, riuscirà: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto e riposatevi un po’» (liturgia della XVI^ domenica del tempo ordinario). Riposarsi per poi riprendere con più lena, con maggior appetito, con un incalzare di energie ch’è frutto di un riposo assai diverso dall’ozio. Lo sarà anche dell’amore e dell’amare: ogni tanto bisogna abbandonare gli uomini per poi amarli meglio. Con più ardore. Riposatevi, apostoli: «Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare». A Cristo, Uomo particolare, nessuno dei particolari più sfuggenti riesce a stordire la sua premura.
Vanno in barca e attraversano le acque. Li vedono, però:quell’Uomo la folla lo teneva nel mirino da un po’. Era l’Uomo delle feste e delle vigilie, dell’acqua e del vino, della gioia e dei riverberi: era l’occasione che rende l’uomo felice. Non lo potevano perdere d’occhio: «Molti però li videro partire e capirono». Capirono tante cose: che si spostavano altrove, prima di tutto. Che, per non smarrire le sue tracce, avrebbero dovuto partire pure loro: capirono al volo anche questo e si misero a braccarlo, costeggiando la sponda. Capirono, infine, quell’unica cosa che valeva proprio la pena di capire: che sparito quell’Uomo sarebbe sparita pure la parola che sazia il cuore, che consola l’udito, che dà un senso anche alla spossatezza più cupa. Capirono, insomma, che dovevano seguirlo. E lo seguono, li seguono. Lui, da parte sua, non si scompone. E’ uno che somiglia ai vecchi generali di un tempo: puoi anche pianificare la strategia, elaborare l’offensiva, strutturare al meglio un attacco. La vittoria, però, sarà di chi, affrontando l’avversario viso a viso, saprà rimescolare le carte e sarà disposto ad agire di petto e d’istinto, d’anima e di cuore. Come Cristo: «Egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose». Conosce l’arte d’arrangiarsi e d’arrangiare la situazione più estrema: pur raccomandando il riposo, conosce il giusto ordine dell’amore. Come potranno riposare – come potrà riposare – sapendo che fuori dal loro ristoro c’è gente che invoca pace a squarciagola? Certuni giorni gli uomini s’abbandonano per poi riamarli. Certi altri giorni non s’abbandonano gli uomini per il medesimo motivo: per non dare loro l’amara sensazione d’aver smesso d’amarli.
I discepoli riposano: Lui li vuole far riposare. Il Maestro, invece, consola i cuori. Quel manipolo d’amici, che ora vuole col petto a terra e le gambe incrociate, un giorno spanderanno misericordia e gaudio tra le strade di Palestina: quella misericordia e quel gaudio dei quali avranno fatto incetta nel riposarsi in Lui. Con Lui: assieme a Lui. S’arrestano per poi ripartire: fanno il pieno, aguzzano la vista ch’era stanca, affinano l’udito ch’era forse stordito per le troppe voci. Allenano l’olfatto a fiutare per poi stanare la salvezza. Si trastullano, insomma, non per il gusto di trastullarsi ma per essere meglio capaci d’inseguire i suoi passi già dall’indomani. La gente li cercherà, li sposserà, chiederà loro l’impossibile di Dio. Loro si spenderanno non senza intoppi, Lo racconteranno non senza la loro storia, s’armeranno di pazienza e di virtù per supplire con la grazia alla deficienza della loro virtù. Saranno uomini suoi appieno per il semplice motivo d’essersi riposati in Lui. Al suo invito.
Charles Darwin, l’uomo di scienza, tramandò ai posteri il guadagno del suo studiare: «Non è la specie più forte che sopravvive né la più intelligente ma quella più ricettiva ai cambiamenti». Prima di lui lo mostrò, vivendo, pure il Cristo Nazareno: non sarà la strategia studiata a tavolino a consolare i cuori spossati ma sarà la capacità di guardare nello sguardo l’umano e scorgervi una strada possibile laddove tutto sembra ormai precluso. Chiuso. Per gente riposata, sarà un gioco da bambini: ridare ciò ch’è stato loro dato anzitempo. Immeritatamente.