Ore 7.05,
Prato della Valle, Padova. Apri gli occhi e prendi paura! Gente che suona il
clacson nervosa, uno studente che corre assonnato, una vecchietta che impreca
sulle strisce pedonali, un barboncino con il piumino firmato Prada, una mamma con il bambino in
braccio, un signore ossuto sbraita contro il cielo, la barista che cela una
noia immotivata, il panettiere stanco di vegliare, la strada intasata che sta
scoppiando, la puzza di smog che uccide i petali dei fiori, la gente che s’arrabbia…
Dove
siamo?
E’ la tua
città, il tuo quartiere, la tua vita di tutti i giorni. Se chiedi dove stanno
correndo, si fanno largo con uno spintone. Devono correre. Ma dove? Che
importa? Basta correre. Fra poco sarà Natale. Concretamente: prezzi che s’aggrappano
alle stelle, carciofi che costano più dello Swaroski,
radicchio di Treviso a rimpiazzare il muschio di Betlemme, diamanti che battono
per moda la stella cometa, champagne che nasconde l’acqua alla fontana del
villaggio. Che vita! Ma bisogna correre.

"Troverete un bambino avvolto in fasce!" (Lc 2,12)

E chi se
ne importa? Uno in più che alla mattina occupa l’autobus per il centro. C’è una
tabella da rispettare: 8.00 cappuccino e brioche da Biasetto, alle 9.00 da Jean
Louis David, alle 10.45 caffè con le comari,
alle 12.00 la filippina ha pronto il pranzo prima del riposino. Poi, che
fatica! Bisogna ri-partire. All’apertura della Wainer la pelliccia è pronta.
Agili perché alle cinque al Pedrocchi il the è versato, alle 6.15 di corsa a
casa della zia a prendere l’ultimo regalo e alle 8.00 è già prenotato da mesi
in Prato da Zairo.

"Troverete un bambino avvolto in fasce!"

E chi se
ne importa? Colpa sua se i prezzi salgono, se la gente corre, se il traffico va
in tilt. Ogni anno combina sempre pasticci. Non potrebbe fare a meno di
disturbare stavolta? Forse non sa che noi uomini dobbiamo correre: oggi,
domani, dopodomani…Non ha idea di cosa significhi vivere qui sulla terra!
E tu
guardi questo mondo impazzito e, come al Piccolo Principe, ti sorge una domanda:
"Dove corrono?". Tutti corrono, ma
qualcuno sa dove sta correndo? Verrebbe da fermare quella signora sulla
cinquantina, tutta tirata, nervosetta e seccata per la lunga fila e chiederle:
"Signora, mi scusi. Si ricorda che ha un’anima?".
Forse ti
chiuderebbe la bocca perché non puoi ricordarle che ha un’anima.
Lei…deve
correre!

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