seduzioneL’incantesimo della parola che conquista una città, fino ad avvolgerla nello stupore di chi, afferrato da essa, se ne torna a casa forte di una rinnovata conquista: la parola come delicatissima forma di espressione. E’ stato un credito tanto atteso quanto insperato quello che la Fiera delle Parole ha lasciato alla città di Padova: frotte di persone in fila, aule strapiene di gente dagli orecchi gravidi, passione e bellezza nell’ascoltare parole capaci di in-formare (di tenere, cioè, in forma l’animo). Eppure non c’è nulla di più fragile e delicato di una parola, della leggerezza di sillabe che, poggiate le une sulle altre, partoriscano parole. Parole piene e dense, scioccanti e consolatorie, pungenti e irriverenti, accaldate e spaventose, democratiche e universali. Perché la parola è di tutti: per chi nasce con il dono della parola e per chi dovrà sudarsi questa benedizione con una lunga lotta, come quella di Giacobbe al fiume Yabbok.
C’è un qualcosa di ospitale dentro il guscio della parola: l’occasione di dare voce ad un’immagine, il sussurrarsi di una confidenza intima, il grido disperato della protesta, l’appassionata sintesi di un pensiero. Dentro la parola vive l’uomo nella sua multiforme varietà; tant’è vero che ogni parola tradotta non recherà mai con sé la forza di quella scritta nella lingua originale. Eppure oggi sulla parola pesa il cappio di un esilio immeritato: le si mette il bavaglio, la si manipola a piacimento, la si ripete fino a farle perdere il suo splendore naturale. Così l’uomo, magari senz’accorgersene, non riesce più a raccontare attraverso la parola il suo viaggio di scoperta interiore, dare voce ai sussulti della sua anima, interpretare il silenzio nascosto di una sillaba monca. La Fiera delle Parole è stata l’occasione per farci re-innamorare del lavoro di bottega, laddove la passione e la dedizione certosina ci permettono di ridare alle parole ciò che abbiamo loro immeritatamente rubato: la forza della loro povertà.
C’è un concetto di salvezza che il cristianesimo s’addossa come proprio, ma forse c’è anche una salvezza laica e linguistica ch’è di più ampio respiro: la salvezza che passa attraverso la purificazione delle parole. La considerazione di uno stato, la dignità di una persona, il peso di una memoria passa attraverso la parola così come l’offesa di un popolo o il disprezzo di una condizione sociale viaggia attraverso la corruzione della parola. C’è la parola dell’osteria e del pulpito, del parlamento e della palestra, della scuola e del laboratorio: in ogni luogo dove l’uomo vive ci sono sillabe pronte all’uso per dire chi è, dove sta andando e cosa va cercando. Perché la parola s’addossa all’uomo nell’aiutarlo a presentarsi di fronte al palcoscenico della storia. Quella storia che un giorno si tramanderà ai posteri per come abbiamo usato le parole: se ci siamo serviti di esse per raccontare la bellezza inaudita delle nostre esistenze o se su di loro ci siamo accaniti fino a farle diventare cadaveri sul tavolo anatomico.
Sarà difficile dar torto a Luigi Pintor – giornalista e intellettuale di matrice marxista scomparso nel 2003 – che durante un dibattito redazionale a Il Manifesto sul tema “come si scrive con chiarezza” intervenne affermando: “Dovete preparare il giornale come se scriveste una poesia. Per la chiarezza ricordatevi dei Vangeli. Chicco di grano, buon seminatore, la parabola dei talenti. Niente di più semplice nella scrittura, eppure di una profondità immensa”. E dentro una città nessuno come il cristiano dovrebbe erigersi a custode della parola: non fosse altro che per rispetto di quel Dio che un giorno decise di farsi Parola (Gv 1,14). Sopra ogni parola c’è la scritta “Fragile”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: