In un paese-normale – con normalità intendiamo la capacità di discernere l’originale dalle imitazioni, di difendere ciò ch’è serio dagli agguati del ridicolo – per Associazione Meter dovremo esser disposti tutti ad imbastire una guerra: i Greci, a causa della bellezza (allora fu quella di Elena), per dieci anni si son fracassati le ossa. Per un purosangue come don Fortunato di Noto, il papà di Meter, fossimo un paese normale scenderemmo in piazza: a difesa di lui, come lui ogni giorno da Avola riparte a difesa dell’infanzia intera. Dei figli di tutti: del presente, quindi, del futuro. Per lui e per lei, fossimo ministri di una Repubblica (democratica) faremmo carte-false pur di averli nella nostra scuderia: chi nasce fuoriclasse è sempre meglio averlo alleato che avversario. Ignorarne il talento è andare in guerra senza conoscere il nemico. “Fossimo” è voce del verbo essere, al congiuntivo: il modo della volontà. Di ciò che vorremmo: che non è.
Succede che in Italia, invece, si faccia-a-gara per vedere chi spregia di più i pezzi di qualità DOC, usando lo sfottò per infamia. E’ successo ieri, per mano del ministro Maria Elena Boschi: dall’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e pedo-pornografia ha escluso, forse eluso, Associazione Meter. Che, tenetevi, è stata tra le fondatrici di questo Osservatorio: «Vorremmo far presente – si legge in una nota dell’Associazione – che l’Osservatorio lavora acquisendo anche i report e i dati forniti da Meter che ogni anno produce puntualmente». All’osteria delle zie, fioccano i commenti: “Guardali: han voglia di una poltrona. Eccola la prova: don Di Noto vuol apparire ovunque. Vogliono portarsi a casa anche loro i fondi: sono proprio tutti uguali questi preti”. Piombano sputi sul capo dell’uomo che, isolato fin quasi a lasciarlo morire in pace, s’intestardisce a rimaner guerrafondaio per conto-di-Dio. Avete fegato? Leggete l’ultimo Report (con data 15.03.2016). Rileggetelo se pensate d’aver letto sbagliato: oltre un milione di foto e video segnalati; 125mila siti denunciati, dei quali 10mila solo nell’ultimo anno. Centinaia di migliaia di bambini coinvolti, neonati compresi. I numeri ritraggono l’Europa come il contenitore elettronico dei pedofili, la Russia come la Mecca della pedofilia on-line. Svelano, a colpi di dati, che il marcio accresce, che Satana gongola, che l’Italia non è parte-lesa. Non è, dunque, per vanagloria o chissà-chè che Meter ha il dovere (visto che il diritto l’han tolto, ndr) di esserci nell’Osservatorio: perchè è una delle poche che sa quel che dice, perchè i suoi stivali sono impregnati di fango da quant’è dentro la faccenda, perchè s’è fatta le ossa al suon delle bastonate, delle minacce. S’è fatta grande – scusate, immensa – rimanendo piccola come il grembo da cui nasce la vita, il nome che s’è data vent’anni fa. E’ dare pane-al-pane: «Meter non ha bisogno di presentarsi – han puntualizzato -, antesignana in Italia e nel mondo della difesa dell’infanzia nella lotta alla pedo-pornografia». Sono puntini-sulle-i.
A salvarci dalla disperazione rimane quel poco di storia che ancora accetta di farci da madre. Di proteggerci dall’accusa d’essere giudicati ridicoli dai nascituri: «In letteratura il ridicolo non uccide, anzi produce una tiratura di migliaia di copie» (G. Elgozy). Correva l’anno 1985: incrinatosi il rapporto con l’amministratore della Apple, Steve Jobs si vide costretto a fare le valigie. Proprio lui che aveva reso quell’azienda una macchina-da-soldi da due miliardi di dollari e 4mila dipendenti, dopo averla creata in un sottoscala. Venne ritenuto improduttivo: «Essere licenziato da Apple – scrive nella biografia – fu la cosa migliore che potesse capitarmi. Mi liberò dagli impedimenti permettendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita». L’escluso subito non se ne rende conto: a posteriori, il suo riscatto diventa la vergogna di chi l’ha messo fuori-rosa. Colpevole d’essere troppo-competente in materia.
Peccato che, nel frattempo, i bambini impazziscano al ruggito di Satana.
(da Il Sussidiario, 8 settembre 2016)
Aggiornamento – Boschi è tornata sui propri passi: