Un giorno andò da lui una contadina che in confessione si accusò di parlare male del prossimo. San Filippo le dette l’assoluzione. La contadina tornò dopo pochi giorni accusandosi dello stesso peccato. San Filippo le dette nuovamente l’assoluzione. Passarono ancora pochi giorni e la donna tornò dal Santo accusandosi dello stesso peccato. Allora san Filippo le disse: “Ti assolvo, ma come penitenza devi fare questo: prendi la gallina più grande che possiedi, spennala, getta le penne nell’aria e poi fatti con essa un buon brodo”. La contadina sbalordì per quella penitenza così poco “penitenziale”, ma ubbidì.
Dopo qualche giorno ritornò da san Filippo, ancora con lo stesso peccato. A che il Santo le disse: “Ti ricordi di quella gallina che spennasti qualche giorno fa per farti un buon brodo?” La donna annuì. “Bene – riprese san Filippo – adesso come penitenza vai a raccogliere tutte le penne di quella gallina che gettasti nell’aria”. La contadina protestò: “Ma, padre, come faccio adesso? Le ha portate via il vento!” San Filippo concluse: “Ecco cosa sono le tue chiacchiere cattive. Sono come le penne gettate nell’aria, non possono essere più riprese. Come si fa riparare il danno di parlare male del proprio prossimo?”.
(aneddoto dalla vita di san Filippo Neri)
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