Settimana complicata, cominciata sotto l’acqua e finita con il ritorno annunciato del sole, del caldo e dell’umidità. I chilometri si accumulano, ma anche la sofferenza (troppa) e la fatica. Berlino è a un mesetto abbondante, ma ora sembra lontanissima e impossibile. A questo punto meglio non pensarci, anche se in queste settimane ho semplicemente rafforzato le mie convinzioni: non si può correre senza un progetto, senza i consigli di chi sa cosa devi fare, senza mettere uno dietro l’altro lavori che possano stare uno dietro l’altro. In questi giorni corro e basta, ma… non basta. Perché mettere chilometri in fila deve avere un senso, e lo so bene. Del resto Operazione Gasparotto era cominciata proprio per questo, per dire chiaro che lo sport è salute e che con un buon programma chiunque – anche io – può tagliare qualsiasi traguardo, in tempi ragionevoli.

Io in questi mesi, per distrazione e per poca applicazione, ho semplicemente “tradito” proprio quel messaggio organizzandomi quasi da solo, gestendo ogni settimana in un modo diverso e incoerente. L’ultima? A Ferragosto ho corso 16k (con soddisfazione, ritmo 5’07”), martedì mi sono impegnato in 26 (2 ore e 20′ circa, finale disastroso ma stavolta ho sempre corso), mercoledì pochissima bici, giovedì ho saltato e venerdì non ho recuperato così sabato mattina mi sono inflitto altri 26k (errore che non dovevo fare!) e stamattina, domenica, invece mi sono regalato un “riposo attivo” grazie a Stefano che mi ha accompagnato per 9.600 metri (in 52 minuti… prima e dopo un po’ di bici – 5k – e un po’ di stretching come si deve). Ecco, l’ultimo allenamento era intelligente, vediamo di ripartire da qui, insieme alla dieta che deve accompagnare un lavoro serio.

 

ATTENZIONE non che non si possa fare diversamente, come sinora, ma non porta risultati veri, ti fa fare il doppio della fatica e rischia di affaticarti oltre misura (e quindi ti espone a infortuni). Avere esperienza non basta se non pianifichi il tuo lavoro. Lo scrivo perché è vero e me lo ripeto perché è il caso che diventi automatico nei prossimi mesi. L’ultimo mese verso la maratona di Berlino dovrà riequilibrare lavoro e fisico, poi vedremo meglio il da farsi, con l’aiuto di chi in questi anni mi ha sempre riempito di consigli e di supporti.

Ok, ma cosa c’entra la Madonna..? L’ho vista sabato mattina in cima a una salita. Avevo già smesso di correre, perché risalire dall’Adda sotto il ponte di Paderno è impegnativo. Si può fare soltanto se sei ben allenato, quindi se stai meglio di me. Avevo già corso 25 chilometri (e corso è una parola grossa, ci ho messo 2 ore e 24 media superiore ai 6’/km e solito finale… imbarazzante) e dovevo arrivare a casa, in cima alla salita mi aspettavano ancora 5 chilometri abbondanti, mentre ci pensavo camminando in salita ho visto una donna davanti a me… somigliava a mia moglie, ma non ci credevo. Si avvicinava e le somigliava sempre più, stessi capelli corti, stessi pantaloni e andatura… Mi era venuta a prendere, ma era proprio mia moglie: la sera prima le avevo dato degli orari, pensavo venisse in bici per accompagnarmi sino a casa, è venuta con la sua auto. Così ha caricato il sacco di patate e l’ha riportato a casa. Vabbé non era la Madonna, ma per qualche istante lo è stata e un suo piccolo “miracolo” l’ha fatto.

Restando in tema. Ora aspetto notizie da don Marco Pozza, che in questi giorni mi consegnerà il suo “piano di battaglia” le ultime 13 settimane di allenamento verso la maratona di New York. Così pubblicheremo qualcosa di nuovo sul blog, dati fisici e tecnici di un maratoneta “nuovo” (corre da meno di due anni) e rapido. E cercheremo di scoprire quanto il suo “datore di lavoro” sarà stato in grado di aiutarlo. Aspetto sia il piano di allenamento sia lui, che il 4 settembre correrà con noi a Jesolo una tappa di The Run by Powerade. Correrà è sbagliato, diciamo che si metterà al mio fianco cercando di “spingermi” sino al traguardo e magari di consolarmi nella fatica, gli ho “promesso” che andrò piano… perché lui la mattina dopo corre la mezza di Bassano del Grappa. E magari in quel caso cercherò io di accompagnarlo… magari in bici. Per ora leggo il suo blog/chiesa (l’ultimo frammento mi piace e alimenta la discussione: in qualunque ambiente tu nasca o frequenti, nascere genio oggi è ritenuta una colossale sfortuna: perché è del genio l’improvvisazione, l’estro, la fantasia, l’immaginazione sovversiva, la potenza delle intuizioni, il gesto dell’affondo, l’altissima potenzialità dietro la riconosciuta e riconoscibile strafottenza del carattere).

– Nel frattempo siamo a una settimana dalla The North Face Ultra Trail du Mont Blanc, meglio nota come UTMB, 165 chilometri di corsa su e giù per il Monte Bianco. I nostri ragazzi – Cristina, Andrea, Armando e Ugo – sono ormai pronti. Domani potrò pubblicare le “dritte” di Cristina sul tracciato e sui posti migliori da dove seguire la corsa, viverla seguendo un’emozione lunga due giorni (il migliore, il primo taglierà il traguardo in poco più di 22 ore il sabato pomeriggio, gli altri lo seguiranno nelle successive 24 – tempo limite 46 ore).

 


NOTA – E’ possibile commentare questo post anche sul blog di Manlio Gasparotto cliccando qui.

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