“Tra palco e realtà” – la celebre canzone del rocker emiliano Luciano Ligabue – impiegò pochissimo tempo, complice certamente la firma, ad entrare in classifica tra le più gettonate. Se mi fosse concesso, le attribuirei l’Oscar per l’attualità del titolo: tra il palco (o magari un gazebo) e la vita ci sta la fatica di questi giorni di scelta. In politica, campo tristemente dis-appassionante per me, m’intrigò la riflessione di una giovane donna nei giorni in cui s’insediò come assessore in una regione del Nord. Dipingeva il volto di un’Italia percorsa da una grande emergenza. Non era innanzitutto quella politica e neppure quella economica (nemmeno ecclesiastica, aggiungo io) – a cui tutti, dalla destra alla sinistra, legano la possibilità di rialzata del Paese -, ma qualcosa da cui dipendono anche la politica e l’economia. Si chiama educazione: ovvero l’arte di costruire una persona
Lo disse con puntuale lucidità una giovane donna! Lo ribadì Benedetto XVI consegnando la Lettera sull’educazione ai fedeli di Roma: “Educare significa andare incontro a quel desiderio di conoscere e di capire che è insito nell’uomo e che nel bambino, nell’adolescente, nel giovane si manifesta in tutta la sua forza e spontaneità”.
La storia racconta di diatribe furibonde tra gli avversari di Cristo per salvarsi grazie alla circoncisione o alla non circoncisione. Discorsi inutili: non era quello che contava. E forse non conta nemmeno essere uomo di destra, di centro o di sinistra.
Bensì una creatura nuova!