Mortisa di Lugo di Vicenza: meno di 200 anime che
ogni primo mattino si stiracchiano come un bambino annusando il profumo delle
sue severe tradizioni e dei suoi silenzi. Delle sue partenze. Dei suoi ritorni.
Lassù, tra l’Astico e l’Altopiano, 21 ragazzi hanno ri-vissuto la Settimana Santa
in compagnia di una piccola comunità cristiana. L’emozione e lo stupore,
l’incanto e il sapore di cenere, la fatica, il dramma e la risurrezione dentro
la storia d’oggi. Hanno vissuto assieme. Pregato e mangiato. Studiato, giocato
e pensato. Dormito, vegliato e adorato. Hanno pianto, stretto mani e firmato un
viaggio trans-continentale: dalle colline di Mortisa verso le praterie
dell’Eterno. Esagerato? "Il più bel
viaggio che si possa fare quaggiù, è quello che si fa andando l’uno verso
l’altro" (P. Morand).
Quando li ho visti rimettersi lo zaino in spalla per
tornare a casa il pomeriggio di Pasqua, m’è riapparsa la fisionomia della prima
comunità cristiana, chiamata a giocare da protagonista la partita della storia
umana.
Ieri, come oggi, non ci dev’essere paura nel cuore di
Enrico e dei suoi 20 compagni d’avventura. Basta smetterla di disegnare
confini, piantare steccati, pennellare frontiere! "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete
testimoni a Gerusalemme, in tutta la
Giudea e la
Samaria fino agli estremi confini della terra" (At 1,8).
Eccola la potenza dello Spirito Santo che la Scrittura Sacra
paragona al vento. Perché il vento impedisce all’acqua di stagnare e
imputridire. Il vento modella la montagna, la roccia, il marmo, i volti. Il
vento che trasporta sulla sua brezza il polline collabora nel portare avanti la
vita. Il vento scuote, butta all’aria le cose. Sul vento non puoi metterci
mano!
Puoi solo partire e andare.
Andate! Abitate
il tempo: conservate la sacralità della memoria, ma non rassegnatevi a
vivere di nostalgie. Perché abitare il tempo significa tornare a costruire
sogni. Abitate il territorio, perché
l’universo non termina con il muro di casa, con il recinto del giardino, con le
coordinate bancarie. Siate esploratori di latitudini, non custodi di piccoli
campi recintati! Abitate le chiese,
per essere voce di denuncia e di speranza, grembo di dignità e nostalgia di un
alfabeto splendido.
Andate e
sorridete, tanto intuite già la conclusione: "Verrà un giorno in cui gli uomini saranno così stanchi degli uomini,
che basterà loro parlar di Dio per vederli piangere" (L. Bloy).
A patto
che parliate con il cuore e gli occhi. Prima che con la bocca!