Per essere aiutato a venir al mondo – senza farlo scoppiare d’impossibilità – chiese aiuto ad una donna, fattasi nel tempo (Ma)donna: una sorta di richiesta di collaborazione più che un annuncio di quelli che si fanno a cose fatte, quanto meno già decise. Per andare ad attraversare, poi, il mondo – una volta fattosi grande e aver avvertito in cuore che era l’ora giusta per spiccare il volo – chiese aiuto a uomini qualunque: anche qui, trent’anni poco più dopo i fatti accaduti nei pressi di Nazareth e Betlemme, il Dio cristiano firmò la sua seconda richiesta di collaborazione: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Dopo Maria, la sua futura Madonna, adesso è la volta di due fratelli: «Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello». Ai quali si aggiungeranno, di lì a poco dalla stessa riva, altri due fratelli: «Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello». Li beccò con le reti in mano, «erano infatti pescatori»: non chiese loro di abbandonare le reti, ma accese in loro il gusto di una pesca d’uomini che fece sì che quelle reti, dopo poco, venissero lasciate sulla barca, con i loro padri, mantenendo però nel cuore il talento di pescare. D’appostarsi, gettare l’amo, ingannare il pesce con il verme, tirare la lenza quando il pesce abboccherà. Anche stavolta, come era accaduto a Nazareth, i numeri son assai bassi per come ragiona il mondo: là, a venire turbati, furono due umani, Maria più Giuseppe. Qui, quando la campagna acquisti verrà dichiarata chiusa, arriveranno giusto-giusto al numero di dodici. Nel cuore di Colui che li sta chiamando, il giovane Rabbì nazareno, la lezione è già in fase di svolgimento: non Gli interesserà mai d’avere degli ammiratori, ma andrà sempre in cerca di discepoli, di amici, di gente comune che, spavalda nei sogni, abbia l’ardire di seguirlo. Da chi lo loda, temerà sempre l’abbandono.

Loro, in cuor loro, fiutarono l’occasione: “Andrea – si confidò forse Pietro in quella riva – non tutti noi potremmo diventare grandi. Però, stamattina, abbiamo la grande occasione di associarci a qualcosa di eccezionale. Siamo bruchi ma quest’uomo ci sta dicendo che possiamo diventare farfalle”. L’Eccezionale si era tremendamente avvicinato alla loro normalità: invece che starsene appollaiato in qualche angolo della Galilea aspettando che qualcuno gli andasse appresso, andò Lui da loro, assai convinto com’era che un pugno di gente estranea potrà cooperare con successo, al successo, quando crederà in un obiettivo comune. Basterà metterli nelle condizioni migliori per poter intravedere il meglio di loro e il certo l’avrebbero presto abbandonato per l’incerto: «Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono». Questi Dodici, negli anni a seguire, ne combineranno d’ogni colore. Più che un corpo speciale o una legione di valorosi soldati di Cristo mostreranno d’essere ottusi, litigiosi e invidiosi: cercheranno di prenotarsi un posto in Paradiso, bisticceranno tra loro per indovinare chi è il più grande, protesteranno, si addormenteranno negli attimi meno opportuni, sotto la Croce manco l’ombra di se stessi concederanno all’amico moribondo. Lui, però, assolverà loro sempre tutto per questa fanciulla letizia d’aver accettato, la prima volta, di mettersi in cooperativa con Lui: “Fidatevi – amici miei – la vostra vita muterà da così a così (rigirava le mani). Passerà poco tempo che non capirete più come siete riusciti a vivere finora questa vita pesante, né come facciano ora gli altri a viverla quasi fosse la vita vera”. Parole d’oro: li stava (chi)amando.

Parole di una allegrezza sfrontata: «Convertitevi, perchè il regno dei cieli è vicino». Eppure le condizioni non erano delle migliori: Giovanni, l’amico gigante, era appena stato arrestato, il clima attorno al suo clan era pesante, le minacce si rincorrevano rapide. Prudenza avrebbe suggerito d’andar coi piedi di piombo nell’annunciare parole simili a quelle costate la testa e la vita al Battista. Faceva brutto tempo, insomma, ma Cristo «non si rifugiò dietro la disgrazia dei tempi. Egli non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo» (Péguy). Partendo dal basso. 

(da Il Sussidiario, 21 gennaio 2023)

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo (Vangelo di Matteo 4,12-23).

2 risposte

  1. Ecco, c’è tutto quello che serve fare.. Basta volerlo. Grazie don Marco sempre. E la Madonna ti tenga sempre la sua mano sopra la testa.🙏💓🙏

  2. Quando si è chiamati non s’aspetta, così fecero i discepoli , dovremmo essere sempre pronti ad accogliere Cristo perché non sappiamo quando verrà farci visita.
    Che il Signore ti benedica dm,
    Grazie

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