Osea, profeta di misericordia, in tempo di prostituzione
Il libro di Osea, a dispetto della sua età, racchiude tematiche e concetti inaspettatamente molto attuali, tanto che si può affermare che – sotto diversi aspetti – si tratta di uno dei libri – cerniera che avvicina le due Alleanze. Di più, si può addirittura notare come vi siano espressi rapporto con Dio e concezione stessa di Dio molto vicini alla sensibilità attuale, nonostante una profonda comunione dell’autore nelle vicissitudini del proprio popolo e della propria epoca.
Coordinate storiche
Siamo intorno all’VIII secolo a.C: contemporaneo di Amos, Osea iniziò l’attività profetica negli ultimi anni di Geroboamo. L’anno 753 a. C. segna l’inizio della crisi, dopo un periodo di prosperità: si susseguono lotte feroci per la conquista del potere. La guerra civile portò alla divisione del Nord in due territori (che Osea chiama «Efraim» e «Israele»).
Amos e Osea: profeti contro l’idolatria
Anche la situazione sociale era funestata da forti squilibri sociali, tra il lusso della classe dirigente e la miseria del popolo. Sotto l’aspetto religioso, qui particolarmente approfondito, il culto ufficiale, ormai puramente esteriore, si affianca al culto di Baal, che prevede anche pratiche immorali, come la prostituzione sacra.
Molto ha fatto discutere il matrimonio di Osea. Alcuni ritengono i primi tre capitoli una pura finzione letteraria, mentre altri pensano che Osea abbia realmente ricevuto da Dio l’ordine di sposare una prostituta (Gomer) ed avere dei figli da essa.
Il messaggio è in parte coincidente con quello di Amos, sia nella denuncia dell’ingiustizia e della corruzione sia nella contestazione del culto superficiale e superstizioso. Al contrario di Amos, il primo pensiero non è però di un terribile castigo; emerge, piuttosto, una successione di castighi temporanei e passeggeri, al fine di indurre alla conversione. La grande novità che mostra Osea come un precursore del Nuovo Testamento è proprio far precedere il perdono alla conversione, moto che caratterizza diversi episodi evangelici. È così, ad esempio per l’episodio dell’incontro con la Samaritana (Gv 4,5-42) o dell’adultera (Gv 8,1-11).
Dio e Israele: la nuzialità dell’Alleanza
Tra i temi principali, c’è sicuramente l’infedeltà di Israele: è Osea il primo in assoluto ad usare esplicitamente l’immagine del matrimonio per indicare l’alleanza tra Dio e il suo popolo (tale metafora sarà poi ripresa da Isaia, Geremia ed Ezechiele). Dopo aspri richiami, si conclude però con un messaggio di tenerezza che il Signore rivolge al suo popolo e si riflette su ogni credente. Il rapporto con Dio si macchia d’infedeltà, l’adulterio è quindi simbolo dell’idolatria del popolo nei confronti di Baal. Il paragone è, del resto, favorito proprio dalla prostituzione cultuale, praticata nei templi di Baal.
Divina Paternità
Un secondo tema, che diventa ponte tra Antica e Nuova Alleanza è poi quello della paternità. Ripreso in seguito da Geremia (3,4-5.19), trova la propria piena applicazione del Nuovo Testamento, dalla parabola del Padre Misericordioso (Lc 15,11-32), alla preghiera del Pater (Mt 6,9-13 / Lc 11,2-4).
Dio di misericordia
Il terzo tema, forse in assoluto il più ripreso e il motivo principale per cui, lo scorso anno, questo libro è tornato particolarmente in auge, è la richiesta che la misericordia prevalga sul sacrificio (Os 6,6): risuona da Samuele (1Sam 15, 22) ed è citato nel vangelo di Matteo (Mt 9,13 e 12,27).
Il profeta dell’amore
Osea è chiamato il profeta dell’amore perché al centro del suo libro c’è l’amore: ma si tratta dell’amore di Dio, così tenace da ricercare ostinatamente di far tornare a sé il proprio popolo. Un amore assurdo, inconcepibile, irrazionale, tanto da essere persino difficile da immaginare, a maggior ragione, mettendolo in relazione con Dio. Pare, infatti, lontano dall’Architetto del Mondo, dal Principio primo descritto dai filosofi. Ci compare innanzi agli occhi l’immagine di un Dio che si strugge per amore, incapace di arrendersi, di fronte alla lontananza del proprio popolo. È il popolo ad essersi allontanato e “prostituito”. È nell’interesse del popolo tornare a Dio. Ma è Dio il primo a domandarsi come fare per farlo tornare. Quasi a suggerirci che, nonostante appaia il contrario, niente è più forte, della dolce ostinazione della tenerezza.
Struttura
Il testo, pur essendo piuttosto composito nella sua realizzazione, può essere suddiviso in tre grandi sezioni.
Nella prima (capitoli 1-3) troviamo un racconto autobiografico, un racconto biografico, un poema sullo sposo e sulla sposa e diversi oracoli di salvezza.
La seconda (capitoli 4-11) contiene invece degli oracoli sulla denuncia del culto e della politica.
La terza sezione (capitoli 12-14), infine, dopo una lunga requisitoria, si conclude con un oracolo di salvezza, che fa riferimento all’alleanza.
(continua…)
Fonti:
Arrigo Chieregatti, Osea. Lettura spirituale. Bologna, EDB, 2012.
Anna Maria Cànopi, Là parlerò al suo cuore – lectio divina sul libro di Osea. Milano, Paoline, 2005
Fonte immagine: Interesting Green