surf

Dev’essere andata più o meno così, quella volta, dal momento che tanti di loro erano pescatori di professione: molte persone vanno a pescare tutta la vita senz’accorgersi che non è il pesce che stanno cercando. Poi, nel battibaleno di un istante – «erano le quattro del pomeriggio» – accade ciò che non è accaduto in una vita intera: prima o poi arriva sempre quell’onda che travolge, sconvolge, capovolge. “Onda maledetta che non sei altro!” verrebbe da dirle: eppure anche quella t’insegna tantissimo del mare, di com’è fatto il mare. Il fatto è evidente, poi: sono le onde che impediscono ai mari di diventare enormi pozzanghere. Per questo l’Uomo-che-cammina, ad un drappello di uomini che Gli chiede dove abiti, risponde con un invito: a darsi da fare: «Venite e vedrete!». La promessa, non senza l’impegno a rimboccarsi le maniche, ad allacciarsi le cinture. Il pesce si prende con l’amo e l’uomo con la parola. Il Vangelo è un proverbio realizzato.
“Istruzioni per l’uso” in caso di panico, anche per un gregge di pastori che mostra di non avere (più) la minima intenzione di uscire dal suo recinto. Con manipoli, latino, tricorni l’ambizione è d’intercettare esattamente il contrario delle parole di Cristo: “Vedete, venite!”, per la semplice e solita ragione che «la riva è più sicura, ma a me piace combattere con le onde» (E. Dickinson). Cristo vuole invertire il modo di ragionare dell’uomo. Non funziona, non vale come ragiona l’uomo: “Prima voglio capire e poi decido se venirti dietro oppure no”. Occorrerà accettare di ribaltare la prospettiva: “Seguimi, così capirai che senza di me non potrai fare nulla”. La buona notizia, ch’è anche la fortuna del Vangelo, è che Dio non ragiona come noi, altrimenti non ci sarebbe scampo per nessuno! Nessuna scusa di nascondimento da catacombe: “Tutti in strada, come agli inizi!” sembra dire Cristo. Dovresti guardare la Chiesa e sentire che esiste davvero un Regno ch’è di una bellezza inaudita, una porzione di Cielo in terra per il quale vale la pena venir schiaffeggiati, insultati, derisi e malmenati. Nelle cose penultime il mondo cerca disperatamente traccia delle cose ultime. Di una nuova umanità.
Il contrario della fede non è l’incredulità, è la paura. La paura più folle, ch’è sempre quella di abbandonare il certo per l’incerto. Di capire che c’è cavallo e cavallo: c’è il cavallo il battaglia e c’è il cavallo a dondolo. Il primo è sull’attenti, il secondo porta il cavaliere con l’elmo di cartone in testa e una spada di legno in mano. Il cavallo di battaglia è profezia, quello a dondolo è un’arlecchinata, poco più che un tapis-roulant. «Venite e vedrete!» (pure voi): “Che pensate di avermi già trovato, o forse d’aver già capito dove abito, peggio ancora che pensate che sia io a venire dietro a voi”. No, siccome stavolta avete fatto voi la domanda, toccherà a voi venire dietro a me: tocca a me dettare il ritmo, segnare la strada, battere il cammino. L’abitazione, comunque, rimane sempre la medesima: dove vive il povero, il Vangelo chiama. (Ri)chiama: «Abbiamo trovato il Messia – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù». Dove quest’incontro non esplode,la fede non perviene, non tocca, non viene rilevata. Il frasario di circostanza non aiuta, urge la necessità di un focolaio di meraviglia. Di uno sguardo infiammato che renda cieca la cecità: «Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “E tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa”, che significa Pietro». Evvai!
La maggior parte di loro venivano dalla pesca, erano figli di pescatori, una discendenza eretta sull’acqua. La prima Chiesa fu a chiara trazione-ittica: saper stare in piedi sulle onde, già dall’inizio, sarebbe stato necessario per viaggiar in mare aperto senza scansare il rischio delle acque. Laddove Lucifero ancor oggi appende il cartello “Onde evitare”, Cristo rilancia la necessità di non evitare per nulla le onde: il mare agitato, per chi sa pescare, non è ragione sufficiente per non uscire la notte a lavorare. Che poi, a dirla tutta, se non lasci dietro te delle onde, vuol dire che non stai manco navigando. Il cavallo a dondolo, talvolta, t’illude.

(da Il Sussidiario, 16 gennaio 2021)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro (Giovanni 1,35-42).

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