Me l’immagino tutti con la schiena gobba da quanto hanno faticato in vita. Da quante ne hanno prese in vita loro. “Cos’avranno fatto di così eroico – diranno i tanti che non capiscono granchè dell’amore -: è il Vangelo, niente di nuovo”. Se fosse così, a cosa servirebbero i santi? Grandezza loro fu quella di mandare in onda, attraverso il canale della loro vita, lo spettacolo del Vangelo che avevano udito rimbombare nel segreto delle loro anime. “Non potevano tenerselo tutto in sé invece che andare ad infastidire il mondo?” ribadirà qualcuno. Risponde san Tommaso d’Aquino, a nome di tutti: «Meglio illuminare gli altri che brillare solo per se stessi». Tra le parole scritte nel Vangelo e la vita feriale dei santi c’è tutta la differenza che c’è tra la musica scritta e quella cantata: a che cosa serve uno spartito, magari geniale, se sei rimasto solo tu a conoscerlo? Meglio, nel caso, andare a vivere allo sbaraglio sotto le stelle. “Siamo tutti mezzi santi: basta non ammazzare e saremmo già a metà strada” diranno altri. La faccenda si fa seria proprio qui: non si può essere mezzo santo. O si è un santo intero o non si è un santo: la santità non è un lusso, è un dovere ricordò quell’anima così celeste da venire bruciata da Hitler nei campi di sterminio. Era Massimiliano Maria Kolbe.
In ognuno di noi è nascosto un grande santo che aspetta solo di rivelarsi: una volta battezzati, questo è il seme piantatoci nell’anima, nel senso botanico del termine. C’è anche un peccatore nascosto in noi: nella media, magari non è troppo grande, ma c’è. Per salvarsi – e magari tentare la scalata alla santità – è necessario salvare anche lui. Don Bosco, uno che ha sgobbato fino all’ultimo, si divertiva a smascherare i trucchetti del demonio: «Tenete a memoria che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: “Oh! Non è niente!» Poi, come spesso capita, perchè uno stia meglio basta che un altro stia peggio. Sono le bugie del demonio, quelle che smascheri quasi subito perchè hanno le gambe corte, le spiegazioni lunghissime. Quel tipo di bugie che hanno bisogno di due persone per stare in piedi: uno che le racconti e un altro che, nel mentre le ascolta, annuisca con il naso. E’ a queste frottole che nessun santo ci ha mai dato fiducia: “Certo – rispondono loro con voci di sottofondo -: cadiamo, ci spacchiamo, siamo sempre sul filo della fine. Ma sappiamo sempre inventarci nuove ripartenze”. Chi è ancora sicuro che il santo sia il contrario del peccatore, è uno che continua a confondere i fischi con i fiaschi (di brunello di Montalcino). L’unica differenza tra me è un santo è di una semplicità che m’irrita: che il santo ogni volta ch’è caduto ha provato a rimettersi in piedi, mentre io – col cuore a terra – certe volte ho pensato che sdraiato a terra fosse più comodo vivere che con la schiena dritta. Tutta qui la grande differenza: una differenza di posizione nell’attimo dell’incidente. Per questo si consiglia, durante i corsi di scuola guida, di riprendere subito in mano la macchina dopo un incidente. Altrimenti il rischio è di non guidarla più, per la paura di fare un altro incidente. Le macchine, però, non sono costruite per restare nel concessionario ma per viaggiare sulla strada.
Oggi è la solennità di tutti i Santi: dopo le feste della Madonna sono i giorni del grande lutto per Satana. Sono i giorni della sua grande impotenza perchè si vede costretto a guardare in faccia il suo fallimento avvenuto con questa gente, i santi: pur seducendoli con mille illusioni, alla fine si è visto ridotto a guardarsi il cerino che gli è rimasto in mano. Pensava, pirla com’è, di averceli già nel sacco dopo il primo fallo col quale li ha mandati gambe all’aria. Ha gridato “gatto!” prima di avercelo nel sacco. Nel frattempo del peccato, un Altro era giunto: “Dici che non puoi più cambiare il tuo inizio e ritornare indietro? Puoi sempre iniziare da qui e provare a cambiare il finale”. Parole d’oro, avversarie alle leccornie del Satanasso. Che stanotte, per sentirsi vivo, ha scoreggiato in strada: “Dolcetto o scherzetto?” Pensare che poteva diventare un grande santo anche lui. Invece.
Una risposta
Grazie per tutto questo tempo che con la… (dono…) tua Capacità riesci a farci crescere nel cammino della grazia ricevuta. Ti ringrazio. Mercedi Francesca.