geliminiministro.jpgPersuasi che la differenza non sarà questione di giovinezza o di vecchiaia, ma verrà sancita dall’accanito combattimento tra innamoramento e abitudine. Pure loro tornano tra i banchi di scuola: laureati e navigati, studiati ed esperti, aggiornati e competenti. Speriamo pure appassionati. E’ l’altra faccia della medaglia, il popolo dei docenti che anticipa di qualche ora il domicilio a scuola.
Impresa ardua e meravigliosa – quasi una felice colpa di agostiniana evocazione – quella d’accendere l’entusiasmo, di far bruciare il cuore, d’appassionare alla ricerca il popolo che d’estate nasconde in studiati tatuaggi e fugaci amori la ricerca della bellezza. L’ansia di rendere colorata l’esistenza che abitano. Docenti che educheranno al rapporto aureo e alla filosofia di Heidegger, che inizieranno alla poesia del Duecento, al romanzo del Seicento e alla Guerra del Novecento. All’arte di Caravaggio, di Monet e di Gaudì. Che s’addentreranno come novelli Virgilio ad aprire varchi nell’anima dei loro studenti. A risvegliare quella musicalità nascosta che ogni anima cela nell’intimo di sé. Perché tutti gli uomini, da Adamo fino al calzolaio che ci fa belli gli stivali – assicura il Berchet scrittore -, nel fondo dell’anima custodiscono la passione della poesia. Che s’accende se toccata da una voce che sa commuovere commuovendosi.
Se per taluni il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini, è pur dimostrabile che il destino dell’educazione poggia anche sulla passione.

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