Noi non ci accontentiamo di vedere la bellezza, anche se il Cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos’altro, che è difficile descrivere a parole: vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, trapassarla, riceverla dentro di noi, immergerci in essa, diventarne parte. Ecco perché abbiamo popolato l’aria, la terra e l’acqua di dei e dee, ninfe ed elfi che, dato che a noi non è possibile, possano almeno loro, queste proiezioni di noi stessi, godere ritrovando in se stessi quella bellezza, quella grazia, e quel potere di cui la Natura è immagine. Ecco perché i poeti ci narrano tante meravigliose menzogne. Essi parlano come se il Vento dell’Occidente potesse davvero soffiare dentro un’anima umana: ma non è vero. Ci dicono che “la Bellezza nata da un sussurro” passerà in un volto umano: ma non lo farà. Non per ora. E se prendiamo sul serio l’immagine della Scrittura, se crediamo che Dio un giorno ci darà davvero la Stella del Mattino e ci farà indossare lo splendore del sole, allora possiamo credere che gli antichi miti, come la poesia moderna, pur così falsi nel loro significato storico, siano tanto vicini alla verità quanto la profezia. In questo momento noi ci troviamo all’esterno del mondo, dalla parte sbagliata della porta. Possiamo percepire la freschezza e la purezza del mattino, senza però che queste ci possano rendere freschi puri come loro. Non possiamo penetrare lo splendore che vediamo. Ma tutte le foglie del Nuovo Testamento sussurrano frusciando che non sarà sempre così. Un giorno, a Dio piacendo, riusciremo ad entrare. Quando le anime umane saranno diventate così perfette nella loro obbedienza volontaria da uguagliare le creature inanimate nella loro obbedienza senza vita, allora potranno riscoprirsi della medesima gloria della natura, anzi, di quella Gloria ben più grande di cui la natura non è che un primo abbozzo. La Natura è mortale: noi le sopravviveremo. Quando tutti i soli e tutte le nebulose saranno tramontati, ognuno di voi sarà ancora vivo. La Natura non è che un’immagine, un simbolo, ma è il simbolo che la Scrittura mi invita ad usare. Siamo invitati ad entrare attraverso la Natura, oltrepassandola, fino a raggiungere quello splendore che essa è in grado di riflettere solo in parte. E una volta dentro, oltrepassata la Natura, potremo mangiare dell’albero della vita.
(citato in Paolo Gulisano, C.S. Lewis. Tra fantasy e vangelo, Ancora, Milano 2005, p. 182)

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  • 12080959 10206294507375909 1672699059 nMartedì, 6 ottobre 2015, dalle 9 alle 10, don Marco Pozza sarà ospite di “Bel Tempo si spera“, trasmissione mattutina di Tv 2000 (Canale 28 – Sky Canale 140 – tivùsat 18) condotta da Lucia Ascione.

  • Venerdì, 30 ottobre 2015, alle ore 20.30, presso la chiesa parrocchiale di S. Cristoforo Martire di Cogollo del Cengio (Via don Luigi Agostini, 1, 36010, Cogollo del Cengio, VI, IT), don Marco Pozza presenterà in anteprima il suo nuovo libro “L’agguato di Dio“, edito da San Paolo. Con la partecipazione di Lucia Ascione, conduttrice di Tv2000.

    IL LIBRO – Dopo il successo ottenuto con L’imbarazzo di Dio, l’autore torna al vissuto del Nazareno, col suo stile dissacrante e profondo.
    Lo scenario è quello dei cinque sensi: «Non poteva essere altrimenti, con un Dio che, al linguaggio romantico degli scribi e dei farisei, preferì il dialetto scarno e dislessico di pescatori poco abituati ai grandi discorsi, ma esperti conoscitori delle percezioni, delle impressioni e dei presagi».

    L’AUTORE – Marco Pozza (1979) è sacerdote, teologo e scrittore. Cappellano presso il carcere Due Palazzi di Padova, ha sposato una frase di san Giovanni XXIII: «Non siamo al mondo per custodire un museo, ma per coltivare un giardino». Con il linguaggio della poesia ed uno stile di sorpresa, ha scelto di abitare le periferie più estremi, laddove il contrasto tra vita e morte è più ardito ed appassionato. I suoi romanzi – Penultima lucertola a destra (2011) e Contropiede (Edizioni san Paolo, 2012) – viaggiano veloci, sulle ali del passaparola di chi in essi s’imbatte.

    DESTINATARI – Un autore capace di parlare a credenti e non credenti.

         

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