Ha creato un certo dibattito anche nell’ambiente padovano la
programmazione del balletto Messiah Game alla Biennale della danza di Venezia.
Uno spettacolo che sembra sbeffeggiare il mistero più grande che un cristiano
porti nel cuore: il mistero dell’Eucaristia, fonte e culmine di tutta la vita
della Chiesa. Come scrisse giorni fa I. Cacciavillani "nessuno impone a nessuno di credere al
mistero eucaristico". Ma il senso di civiltà al quale tante volte attingiamo
per dipingere la stranezza della nostra libertà di pensiero dovrebbe cercare di
salvaguardare e non mettere alla berlina il credo religioso di chi nello stato
è cittadino a pieno diritto. E’ fonte di riflessione e di sbigottimento
osservare come si tenti di svuotare il significato sacro e millenario di certi
misteri pur di creare prurito nella pancia della gente. Mi dissocio da coloro
che invocano censure preventive, perché i libri più venduti nella storia
risultano essere quelli messi all’indice dalla Chiesa stessa. Il Codice da
Vinci docet. Concordo con coloro che,
con mezzi consentiti dalla costituzione e finanziati dal buon senso, hanno
distribuito un volantino con scritto: "Io ho dato la mia vita per te e tu
ripaghi così il mio amore?". Un ricordo. Una provocazione. Un avvertimento.
Ma tutte le polemiche sembrano tratteggiare una domanda: possiamo ancora
parlare di progresso dell’arte o, miseramente, dobbiamo parlare di
"accattonaggio" dell’arte per sopravvivere all’incapacità di creare
espressione, meraviglia e cultura? Nasce una certa nostalgia per i tempi
antichi, per il soffio ispiratore di grandi teatranti, per opere maestose nella
loro compostezza, genialità e fervore. Mi tornano alla mente le parole del
sociologo americano D. Lerner (recentemente citato da M. Allam nel suo libro
"Viva Israele") che, in un saggio del 1961 in rapporto all’uso demagogico dei media
da parte dei regimi mediorientali, scrisse: "I popoli che non hanno aspirazioni
non realizzano. I popoli che non realizzano non prosperano. La frustrazione
produce aggressione e regressione".
Il presidente Galan giorni fa scrisse: "con il federalismo fiscale si è
più forti se si vuole salvare nel mondo globale l’esperienza umana
particolare". Per un cittadino cristiano l’esperienza umana particolare di Gesù
di Nazareth è da salvaguardare.
Non da irridere. In nome di una sensibilità sessocentrica.