La Pasqua c’ha recapitato un augurio eccezionale:
l’impartizione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana da parte del Papa al
giornalista Magdi Allam, uomo di profonda sensibilità umana che molte volte si
è battuto a difesa di un islam moderato che sia capace di quotidiana
condivisione di ideali. Una scelta certamente non improvvisata: una storia che
ci istiga a ri-portare in luce la bellezza, l’eleganza e lo stile che il
cristianesimo trattiene nelle sue profondità.
Laddove è vestito di sapiente fedeltà e coerenza.
Mi piacerebbe che questo giornalista – delicato ma
preciso nelle sue analisi – diventasse una spina nel fianco per la nostra
Italia che troppo presto ha deciso di sconfessare il suo credo religioso in
nome di un indifferentismo che vorrebbe inaridire i sogni di chi getta lo
sguardo verso l’alto. Le sue parole tuonano come un invito alla conversione tratteggiato
da uno che, dall’esterno, divenne prigioniero di una bellezza che sembra non
sedurre più chi pensa di tenerla in tasca: "So a cosa vado incontro ma affronterò la mia sorte a
testa alta, con la schiena dritta e con la solidità interiore di chi ha la
certezza della propria fede". Maledetta
abitudine! Con il senno di poi, rileggiamo come profezia il titolo del suo
primo articolo apparso sul Corriere: "Le nuove catacombe degli islamici
convertiti".
Oggi a dettare tendenza sono i
monolocali dell’apatia più che le catacombe dello Spirito.
Ma tendenza non sempre equivale a
sapienza!