La santità chiede l’imprimatur di altre Menti, ma certamente il coraggio gli va addebitato. E, coraggioso, allarma. Condannato ripetutamente a morte da Hamas, crocifisso da quella parte di menti che fa del buonismo l’antipasto al baratro esistenziale e osteggiato da una Chiesa carceratasi in se stessa, fortunatamente continua a strapazzare le menti ed accendere il pensiero. Libero pensiero in libero stato. Almeno nella Costituzione. Viaggia scortato. Cioè viaggia dimostrando la sconfitta dell’Italia, millenaria civiltà, in cui oggi la Verità è relegata ad una questione di opportunità o meno. Incoraggiando a tacerla pur di non istigare alla riflessività.
Tanti studenti di quella Vicenza che s’appropinqua alla Treviso di Gentilini l’altra mattina si sono imbattuti nel ciclone di Magdi Cristiano Allam. E da esso ne sono usciti strapazzati. Perché, pur desiderosi di crescere, tra il rombo dei motorini e il vibrare dei telefonini, tra le marche griffate e la connessione a Msn, a MySpace e Youtube a volte sono rese loro volutamente estranee parole come fede, valori, cristianesimo, terrorismo, islam, cristianesimo. Guerra, pace, Verità. Dio. Ha ragione Jovanotti, maestro unico di tanti loro pomeriggi su MTV: oggi l’unico pericolo è quello di riuscire più a sentire niente. Dal profumo dei fiori alla voce della Verità. Passando per l’odore della città, il sapore della pizza, le lacrime di uno studente. Sapori che – parole taglienti del giornalista convertito – t’ammaestrano su cos’è il razzismo tanto osannato, criticato e deprecabile. C’è un razzismo che nega la libertà e i diritti alle altre persone (certamente da condannare) ma c’è anche un razzismo che, in nome di un apparente e solidale buonismo, si limita a dare diritti senza chiedere in cambio l’ottemperanza di altrettanti doveri. Come quella vecchia storia di pesce e pesca appresa da tanti nell’infanzia dell’elementare scuola. Ad offrire un pesce non si vince la fame. Insegnando a pescare, invece, s’ammaestra l’uomo all’arte dell’arrangiarsi nella lotta per la sopravvivenza.
Gli occhi lucidi e le domande infilzanti degli studenti ribadiscono la potenza della parola quand’è, oltrechè credente, pure credibile. Perché strapazza, provoca, ingigantisce e accende. Stuzzica, modella e colora. Aiuta, smantella, ferisce. Basterebbero tre politici, tre preti, tre docenti senza paura e ammantati di quel coraggio per colorare città che, disinnamorate, si stanno mutando in outlet dai prezzi ribassati.