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Spesso la bellezza è uno spreco”, questo è stato il pensiero che mi è nato passeggiando tra il Laghetto delle danze, il Mausoleo degli Eroi e la Prioria al Vittoriale degli Italiani, voluto e creato da Gabriele d’Annunzio. Un luogo in cui tutto il genio e la sregolatezza dell’uomo poeta, politico, militare, giornalista urlano a gran voce. La cura maniacale dei dettagli, la ricerca di pezzi pregni di significati, l’armonia e il bisogno di lasciare traccia del proprio passaggio su questa terra, a lungo. Eternità e bellezza.
Sono discutibili e possono piacere o meno lo stile artistico e le scelte politiche e militari dell’uomo D’Annunzio. Divide e interroga la sua eccentricità, la spavalderia, forse la dubbia morale, ma è innegabile che il suo desiderio di consegnare al “popolo italiano” un pezzo di bellezza sia stato concreto e reale. Scegliere di acquistare un terreno così vasto, riprogettarlo, riuscire ad immaginarlo, ricreare spazi oggettivamente belli per qualsiasi occhio umano è dote di pochi. Regalarlo perché nessuno dimentichi e perché sia testimonianza della sua “vita inimitabile”, pure.

“Amo la mia arte rinovellata, amo la mia casa donata. Nulla d’estraneo mi tocca, e d’ogni giudizio altrui mi rido.”

Non mi soffermo sulle scelte egocentriche ed eccentriche dell’uomo, ma mi interroga questa bellezza “sprecata”. Ne siamo ancora capaci? Chi di noi, oggi, comprerebbe un colle, lo riprogetterebbe e lo regalerebbe al “popolo italiano”? Fosse anche per venire ricordato a imperitura memoria.  I grandi uomini ricchi e potenti oggi possiedono società quotate in borsa, Amazon, Facebook, qualcosa di monetizzabile. Un luogo come il Vittoriale, invece, turismo a parte, può risultare inutile, sprecato, non crea economia. Investire sulla mera bellezza, allora, è uno spreco? “L’arte, tutta, è perfettamente inutile” scriveva Oscar Wilde.
L’uomo forse sta perdendo la fede nella bellezza, eppure ha bisogno in egual misura di cose utili ed inutili. Chi può dire che l’amicizia, l’amore, la preghiera siano utili? Ha forse ragione l’architetto americano Sullivan quando afferma che “la forma segue la funzione”?

E non posso non pensare, allora, a quanto, nonostante la bruttezza che spesso ci viene propinata, l’uomo continui a ricercare la vetta di una montagna, i tramonti, le stellate, il mare, le grandi cattedrali, le città d’arte, i quadri, le foto, la musica, i luoghi in cui possa far riposare il cuore di fronte a ciò che è bello. Forse le nostre vite sono costellate di rovine, le nostre città sono state deturpate, forse vaghiamo sconsolati in un deserto spirituale perché il bello e il sacro sembrano aver divorziato. Forse l’egoismo e l’utilitarismo stanno prendendo il sopravvento, ma di fronte alla cura e alla consegna di D’Annunzio ci ho intravisto lo spreco di Betania, il ventre di Maria donato, le lacrime della prostituta in casa di Simone, l’Amore crocifisso che si dona per, non solo il popolo italiano, ma per l’intera umanità; perché nessuno vada perduto, perché nessuno si senta escluso da questa bellezza.

Auguro a ciascuno di noi di poter ricevere il dono di ritornare a donare luoghi di gratuita bellezza.


 Fonte immagine: Web.vittoriale

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