A farne le spese in mondovisione, in questo mese, è l’immagine del Papa. Non tanto di Papa Francesco – l’uomo è avvezzo alle più squallide cattiverie e al garbo più sorprendente – ma l’immagine che il Papa, ogni Papa, custodisce nella sua missione. Le fake-news, stavolta, colpiscono Pietro in persona: l’intelligenza artificiale – mai osannata così tanto come in questi tempi di carenza di quella naturale – è incinta quotidianamente di notizie costruite apposta per confondere la gente. La faccenda è sotto gli occhi di tutti: una fake-news, vestita a festa, assomiglia ad una palla di neve che quanto più rotola tanto più s’ingrossa. “Fino a esplodere!” dirà qualcuno. Certamente, ma nel mentre scivola, seppellisce tutto ciò che per strada incontra: la fede, la devozione, l’attesa, la sofferenza, il patire, la malattia e il pensiero. Purezza, in questi casi, non è soltanto dire la verità ma anche non stare ad ascoltare le bugie, le menzogne in astinenza da like, come tossici in perenne ricerca della loro dose quotidiana. Senza guardare in faccia nessuno.
Il fatto che ad essere coinvolta sia una personalità d’alto rango c’entra, ma non c’entra così tanto. Ad accendere il lampeggiante dell’urgenza è il fatto che sempre più persone faticano a distinguere la verità dalla menzogna, la realtà da ciò ch’è finzione, ciò che accade da ciò ch’è puramente inventato. Quest’arte – l’arte di confondere – la teologia cristiana l’attribuisce al demonio: arrotolarsi nel fango è la sua passione, far arrotolare la gente nel fango è il suo mestiere. Fino a far sentire la gente confusa come fossero dei camaleonti in una vasca piena di smarties. Che ci siano così tanti artisti spudorati nella costruzione di notizie di fuffa, non dipende soltanto dalla loro arte ingannevole: quando le persone vogliono l’impossibile, quando si cerca l’emozione sempre più forte, la notizia bomba da accaparrarsi, solo i bugiardi potranno soddisfare. Ragione per cui, certi video e certe notizie, faranno sempre più fumo delle acciaierie Tenaris di Dalmine lungo l’autostrada A4 Milano-Venezia.
Nessuno è così ingenuo da pensare che la menzogna scompaia: a furia di venire stampate, certe notizie diventano dogmi e articoli di fede. Qualcuno, poi, sarà pure disposto a farsi ammazzare per difendere tali dicerie. In tempi così la consolazione è quella di Charles Péguy: anche ai tempi del Cristo faceva brutto tempo «ma Lui non si rifugiò dietro la disgrazia dei tempi. Egli non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo». Consola l’ingenuità dei bugiardi: credono di essere creduti, quando vengono semplicemente applauditi da chi non ha più alcuna voglia di pensare.
(da Specchio de La Stampa, 16 marzo 2025)