Un punto di vista alternativo, da un giovane per i giovani. Un contributo che arriva da Thiene.

Da “ricercatori del POSTO FISSO” a “lavoratori della CONOSCENZA”: l’importanza di cambiare mentalità

Isfol_2007_11_21_4È in tempi di crisi come questi che molti giovani della mia città vivono ansia, angosce, incertezze e più in generale sentimenti di pessimismo nei confronti del futuro. Che ci piaccia o no il mondo sta cambiando: grazie a computer e tastiera chiunque può in tempo reale collaborare con persone dall’altra parte del mondo; grazie ad un semplice clic, enormi somme di denaro possono essere trasferite da una nazione all’altra.
Questa è la globalizzazione! Noi giovani, più che a criticarla, dobbiamo pensare in fretta ad adattarci e a non lasciarci schiacciare dal suo devastante potere di destrutturazione.
Un tempo la cosa più intelligente da fare per assicurarsi un roseo futuro, era andare alla ricerca del cosiddetto “posto fisso”. Questa mentalità, che, da oltre un secolo ci accompagna, nel giro di nemmeno un decennio è stata superata perdendo totalmente di significato e valore. Con gli sconvolgimenti subiti dal sistema produttivo occidentale – e la concorrenza dei paesi neo sviluppati – è di vitale importanza che noi giovani si cambi mentalità!
L’opinione più interessante che mi hanno proposto e che condivido, l’ ho appresa discutendo con un docente universitario che stimo moltissimo (prof. Giovanni Silvano). L’ illustre professore sostiene che la sola occasione di salvezza per noi giovani sia quella di evolverci in lavoratori della conoscenza!

Ma che differenza c’è tra questa nuova categoria ed i semplici lavoratori?
I lavoratori della conoscenza sono lavoratori che hanno un bagaglio di esperienza migliore di quello degli altri, e questo bagaglio va riempito con preparazione ed esperienza sul campo. Esserlo significa avere fantasia e creatività superiori , per essere più competitivi dei nostri concorrenti stranieri.
Le persone costituiscono la risorsa più importante d’Europa!
Non voglio assolutamente passare il concetto “chi non si laurea è perduto”. Per preparazione intendo essere specializzati in un settore ed appassionati del proprio lavoro, non necessariamente aver studiato montagne e montagne di libri. Quanto affermato sopra non serve a negare l’importanza dello studio,anzi! Personalmente se tornassi indietro studierei ancora di più! Credo che la conoscenza delle lingue straniere e dell’informatica siano vitali al giorno d’oggi. Comunque sia, anche chi non ha avuto la voglia o la fortuna di completare il percorso di studi, dovrà mettersi nell’ordine di idee di continuare per tutto il corso della propria vita ad aggiornarsi e a prepararsi.
I lavoratori della conoscenza che avranno più successo saranno quelli specializzati nell’imparare ad imparare. A mio parere è questa la risposta che dovremo dare ai dubbi delle nuove generazioni: imparate ad imparare .
Checché ne dica il governo Monti, è questo è il modo più sicuro che noi giovani abbiamo per garantirci un futuro nel post crisi.

 

Credo che se non succederanno miracoli, ci dovremo abituare alla concorrenza dei paesi neo sviluppati.
Che ci piaccia o no, la flessibilità lavorativa dovremo imparare a sfruttarla a nostro favore.
Che ci piaccia o no questa è la globalizzazione ,e nessuno sa per certo come affrontarla o controllarla!
Spero con tutto il cuore che questo momento storico non spaventi troppo i nostri giovani , ma piuttosto li costringa ad interrogarsi su come affrontare il futuro nel migliore dei modi…

DSCN2448Luca Zancan
Presidente fondatore del

“Circolo Culturale Valorizziamo Thiene e dintorni”


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