Le luci mondiali, per qualche giorno, han illuminato gli angoli più remoti del Parque Tejo a Lisbona: lì, dopo le stagioni difficili della pandemia, il popolo della gioventù si è dato appuntamento. Quando l’annunciò a Panama nel 2019, Papa Francesco disse: «Non so se ci sarò io, ma di sicuro ci sarà Pietro». Immagine stupenda di un pontificato, il suo, che giorno dopo giorno mostra d’esser capace di creare spazi di ospitalità, di simpatia, di affetto in un mondo sempre più restìo e incredulo di fronte al messaggio di Cristo, del suo Vangelo. Erano molto più di mille, anche di un milione nella sera della grande veglia: i numeri sono sempre relativi, ma servono pure a dire le dimensioni di un popolo che, ogni tanto, sfida le leggi del branco rispondendo con la forza di una comunità. Di un popolo.

Li guardavo mentre una coltre improvvisa di silenzio era scesa al momento dell’adorazione eucaristica: il silenzio delle grandi occasioni, quasi mistico, un qualcosa d’irreale per un popolo abituato ai volumi dei dj, alle luci psichedeliche. Eppure lì, al centro dell’attenzione, non c’era una grande rockstar mondiale, non c’era nemmeno il luccichìo di un grande personaggio (fosse pure il Papa): c’era un pezzo di Pane che per il popolo cristiano vale più di tutto. Che san Paolo, un santo che non è nato santo, riteneva d’un patrimonio così inestimabile da osare dire che il resto, al confronto, era spazzatura. In silenzio, in ginocchio: «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Chi ha Dio non manca di nulla, solo Dio basta» (Teresa d’Avila). Parole che in quel silenzio sembravano possedere una forza soave e melanconica di un fado portoghese: ci sono attimi – questo è uno – in cui hai la percezione che nulla valga più di un cuore che si sta interrogando: “Chi sono? Da dove vengo? Dove sto andando?” Domande millenarie, risposte in corso.

Resterà l’immagine di questo milione di “talpe” che, nella notte di Lisbona, hanno messo fuori la testa per vedere che tempo che fa nella Chiesa: era come se uscissero alla ricerca di un Volto credibile, di un Amore che non deluda le aspettative. Hanno guardato, hanno visto, sono tornati a casa. E, come talpe, continueranno a scavare per andare a scoprire la bellezza delle gallerie e delle profondità. Sono uscite per protestare con letizia: “Cristo sì, con la sua Chiesa!” E non: “Cristo sì, Chiesa no!” come amiamo accusarli per alleggerire la nostra stanchezza pastorale. Questo è un popolo che cerca la Chiesa di Cristo: quella dove c’è posto per «todos, todos, todos» come ha insistito il Papa. Una Chiesa con una porta sempre aperta: per chi, nel buio della notte, cerca una luce anche per sentirsi meno solo. Più amato. In caso contrario, non sarà la Chiesa di Cristo.

(da Specchio de La Stampa, 13 agosto 2023)

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