Quando gli uomini non sapevano ancora né leggere né scrivere, s’intendevano benissimo parlando fra di loro.
Anche le più belle parole, però, hanno dei limiti, che non sono i limiti di chi le dice bensì quelli della voce e del linguaggio stesso.
Un giorno, tanto tempo fa, arrivò nel villaggio giapponese di Jong-ta un pittore che era stato cacciato di corte per un qualche motivo. Era piuttosto anziano, ma soprattutto era disperato perché non poteva più esercitare la sua arte; chi, in quel miserabile villaggio, l’avrebbe apprezzata? Stava meditando il suicidio quando udì bussare timidamente alla sua porta.
Era una povera contadina del posto, impacciata e intimidita.
‘So di essere sfacciata, maestro’, gli disse, ‘ma se tu volessi disegnare qualcosa su questa umile foglia di bambù…’.
‘Che ne faresti?’, chiese il pittore, indispettito.
‘La farei giungere al mio figliolo che è in guerra. Egli capirebbe di sicuro che si tratterebbe di un gesto del mio amore’.
‘Come fai a sapere che ne sarebbe così certo?’
‘Perché tu glielo faresti capire’, rispose la donna.
Il pittore rimase stupito da ciò che gli chiedeva la donna: molto più di quanto, a corte, gli avesse mai chiesto lo stesso Imperatore. Accettò, ma prima di riuscire a tracciare un disegno, fu costretto a entrare nel proprio cuore trasformandolo in cuore di madre.
Finalmente il disegno gli uscì dal calamo come il primo fiore che sboccia nel bosco. La madre pianse al vederlo: ciò significava che il disegno aveva la sua esatta voce.
Ben presto la notizia che nel villaggio c’era qualcuno che sapeva, con un semplice gesto della mano, dare voce ai cuori, si sparse fulminea. E si scoprì che tutti avevano qualcosa d’importante, e di segreto, che con le loro parole non erano mai riusciti a dire.
Il pittore fu assediato di richieste, e fu felice d’iniziare una seconda vita su un cammino che mai nessuno aveva percorso.
Egli lavorava molto lentamente, perché, di ogni messaggio, gli era chiesta non la forma ma la sostanza. Dovette sentire da innamorato, da povero questuante, da anziano genitore, da giovinetto, da amante disperata, da indignato mercante e persino da bambino. Il suo cuore si dilatò enormemente. La sua mano si trasformò in prolungamento della sua anima. E mentre tutto il villaggio cresceva grazie a lui, la sua arte si arricchiva del cuore e dei sentimenti di tutti. Così che quando venne richiamato a corte, l’Imperatore rimase folgorato da quella nuova forma di pittura, dianzi sconosciuta, ma invano gliene chiese il segreto.
(Piero Gribaudi)

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