Quando il gigante Golia mosse guerra contro l’Israele di Dio, tutti i soldati argomentavano da uomini: "Che grande: non potremo mai uscirne vittoriosi". Solo un bambino, di nome Davide, guardando il gigante ragionava da uomo di Dio. E pensò: "Che grande: non potrò mai sbagliare il bersaglio". E fu vera gloria. Gloria entrata di diritto tra le gesta incancellabili della Scrittura Sacra. Perché Davide teneva nella tasca dell’anima la certezza che se io ho un euro e tu hai un euro e ce lo scambiamo, alla fine ci troviamo ancora con un euro a testa. Ma se tu hai un’idea e io ho un’idea e ce la scambiamo, alla fine ce ne andiamo con due idee ciascuno.
A più di due mesi dall’apertura del sipario, le tanto discusse Olimpiadi di Pechino hanno già un volto credibile come testimonial: Oscar Pistorius, l’atleta sudafricano che, divinamente testardo, è riuscito a vincere una gara che sembrava essere la più ostica: strappare la possibilità di correre con i big della velocità. Lui, atleta dalle gambe ricostruite, ha rischiato il tutto per tutto pur di coronare il sogno di ogni bambino: esserci alle olimpiadi. Adesso dovrà strappare il tempo per potervi partecipare, ma chi ben comincia è già a metà… della pista.
Forse la sua vittoria è partita proprio dalla consapevolezza dei propri limiti. Scrisse E. Sitwell: "Perché non essere sé stessi? Stà tutto lì il segreto di apparire al meglio. Se sei un levriero, perché provi a sembrare un pechinese?".
In realtà, ogni anatroccolo è uno splendido cigno!
Basta crederci.
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