Saranno i colpi di sole del ferragosto pagano: o semplicemente le ultime arrampicate sullo specchio di una genìa di ribelli che sta inesorabilmente pagando il dazio ad una politica costruita sulle nefandezze e sui compromessi. Ma somiglia davvero alla funzione del grappino – che ancor oggi favorisce la digestione – l’esternazione del suocero del Presidente della Camera Gianfranco Fini quando, nel tentativo estremo di negare l’evidenza per salvare il figlio-rampollo Giancarlo, dice ai giornalisti: “Sono solo fregnacce perché mio figlio ha studiato dai preti, viene dalle fila dell’Azione Cattolica”. Forse si scorda che l’esistenza non si regola su base automatica: data una realtà di rinomato valore, ognuno che a lei attinge sarà immune da qualsiasi deviazione. Fosse così, per il solo fatto d’essere stata nel passato madre e nutrice di migliaia di personalità pubbliche e private, l’Azione Cattolica e i collegi dei preti avrebbero fatto dell’Italia lo stato modello in quanto a civiltà ed educazione. Mettendo pure in conto che l’infallibilità di cui parla la Chiesa in campo dogmatico non è assicurata anche nei campi a lei limitrofi, come può essere quello dell’educazione. E fatti deplorevoli – partiti dall’Irlanda anni fa e ancora in tournée – ne stanno dando l’amara dimostrazione, riducendo al minimo la credibilità storica.
Gli africani, popolo custode di una saggezza millenaria, nei loro proverbi assicurano ai loro figli che un legno non diventa coccodrillo per il semplice fatto di stare nell’acqua. Come un uomo – sia esso politico, di chiesa o di private condizioni – non diventa automaticamente santo per il semplice fatto di frequentare sacri ambienti. Perché se l’educazione non diventa stile, facilmente s’impara a giustificare tutto e anche il suo esatto contrario. La cronaca quotidiana sta mostrando all’uomo di fede la sudata bellezza del cristianesimo che risplende laddove un credo professato nell’animo diventa concretezza nel contesto storico in cui vive. In caso contrario rimane una bella filosofia di vita ma incapace di disturbare negli incroci dove si stanno giocando le grandi manovre dell’esistenza. Ma se un messaggio non disturba più nessuno allora significa che esso è vuoto, cioè destinato a fallire nel corso della storia.
Si sa che d’agosto anche i pensieri s’appesantiscono e la lucidità vien meno, sopratutto sotto pressione e minaccia. Ma almeno ce ne andiamo a riposare sotto l’ombrellone un po’ più tranquilli perché forti di una certezza ormai consolidata: quella di essere in balìa del vento. Cosicché se prima pensavamo che il problema fosse nella triangolazione Berlusconi-Bersani-Casini – con l’onorevole Capezzone ad insegnare la “trasmigrazione dei poli” – ora abbiamo la quasi certezza che il vero problema è lo stile stesso di chi governa: non c’è più quasi nessuno che riesca a portare avanti una linea morale senza incappare in un passato che ne racconti la sua più o meno malcelata complicità.
Domani magari scopriremo che dietro a tutto ciò c’era un gioco strano della Provvidenza: quella Provvidenza che nei rotoli della Scrittura lascia l’empio nell’illusione di governare la storia per poi affondare il colpo vincente ad un passo dall’illusa vittoria. Ma nel frattempo rimane la sudata impresa di additare al popolo giovane valori che in passato hanno costruito un intero sistema educativo, di pensiero e di azione. Sopratutto se chi ha in mano le redini del gioco assicura che ad un bastone basti rimanere in acqua per diventare coccodrillo: non volendo vedere un popolo che ormai soccombe sotto il peso di un bene comune costretto ad andare a letto con la Menzogna.