Ascolta te stesso. Ascolta il tuo corpo, le tue giunture. Ascolta ogni muscolo, anche – magari sopratutto – i più piccolini… Scarica la fatica riposando o con allenamenti leggeri, con il nuoto magari. Non correre se senti dolore, domani potrai recuperare l’allenamento di oggi.
Le regole per star bene e correre sono davvero semplici. Io le ho violate in questi giorni, e mi autodenuncio. Domenica scorsa non avrei dovuto correre la DJ Ten. Dovevo partecipare, sì. Ma infilarmi nella carovana del Trio e corricchiare la five, viverla con mia figlia Irene – splendida nel suo costume da Dorothy che abbiamo preso un anno fa a NY, avrei potuto essere il Mago di Oz… -. Sapevo che sarebbe stato meglio e una parte di me, non solo quella che si ascolta, lo desiderava anche. Ma l’anima agonistica, un diavoletto davvero difficile da gestire, ha avuto il sopravvento. Ero iscritto da tempo, invitato dalla Polar che sabato mi ha consegnato il pettorale. Ed è stato il “colpo di grazia” al mio buon senso. Non avevo un numero ma soltanto il nome, Manlio… come un top runner. E’ stato davvero troppo per il mio ego. Ho deciso che avrei corso, mi son detto: hai dolore, hai avuto dolore? temi sia pubalgia? nulla che non si possa gestire. Scaldati, parti a razzo, cerca di fare la gara. Se poi succede qualcosa, puoi sempre rallentare. Il peggio del peggio.
La mia DJ è stata proprio così, senza testa. In tutti i sensi, perché non mi sono neppure stringato bene le scarpe. E mi sono fermato al primo ed al secondo chilometro, prima per riallacciare la sinistra poi per la destra… come uno che ha cominciato ieri (è vero che sono poco più che un tapascione, ma sulle stringhe pensavo di aver imparato: non è così..!). Morale, un chilometro a 4’08” nonostante lo stop, poi un altro a 4’12” con altro stop. Poi un terzo appena più lento, ma sto sotto i 13′ nei primi tre chilometri, nei quali sorpasso anche Linus. E lui – che conosce le mie andature sulla maratona… – mi saluta e avvisa: “non esagerare, sennò poi muori…”. Mentalmente mi… tocco. E continuo, ma so che sono a rischio e mi brucia l’idea che se il dolore, contenuto per ora, tornasse a farsi vivo sembrerà soltanto che sono partito troppo forte. Il che non è vero. O meglio: ho fatto maratona sette giorni prima, dovrei riposare, ma l’andatura appena sopra i 4’/km posso tenerla.
Tutto vero, ma non in queste condizioni. Attorno al quarto Linus, con regolarità mi ripesca, lo tengo per circa un chilometro poi freno un po’. Sento dolore, ma soprattutto non riesco ad allungare le gambe, i due psoas – quei muscoli che, per semplificare, legano pancia e addominali alle cosce… – si stanno accorciando, quasi accartocciando. Vado sempre più piano. E al sesto mi fermo un po’ cammino. Fatico proprio a correre, cerco una posizione che renda tutto più semplice, la trovo e riparto. Un chilometro dopo l’altro, sofferenza contenuta. Comincio a ripensare a mia figlia, all’ottavo al nostro fianco si vedono i cinquemila della DJfive, cerco Dorothy, la vedo in lontananza quando siamo a San Siro, a un chilometro dal traguardo. La mia gara è finita da tempo, il pettorale ha smesso di emettere le sue onde magnetiche sul mio ego, c’è solo la mia bimba. Ci prendiamo per mano, quel chilometro corso pian piano è un piacere. La gente attorno a noi sorride e si gusta la mattinata, ora sono in grado di accorgermene sino in fondo. Al traguardo alziamo le braccia, è la prima volta che arriviamo insieme. Chissà se troverò una foto da metter via… incrocio Marco, ci mettiamo in posa. oltre all’emozione ora ho anche un ricordo tangibile, un’immagine che mi potrà sempre rammentare sia la gioia di stare con Irene sia la follia di una corsa di troppo.
PS – circa diecimila persone in gara, oltre cinquemila nei 10k. Tanti GRC, uno velocissimo. E’ Federico Ferrara, che aspettando ancora tessera e maglietta ha chiuso in 34’41”, 41 assoluto e secondo di categoria. Giù il cappello a chi porta così in alto i nostri colori. La nostra squadra cresce e io adoro tifare per quelli come me, gli ultimi, ma vedere chi va così forte è comunque emozionante!
DON CAMILLO E pensare che proprio io, solo qualche giorno fa, avevo voluto fare il fenomeno. Da perfetto Peppone avevo voluto dare consigli, quasi ordini, in maniera saccente, al mio don Camillo. Leggevo i resoconti di allenamenti e studi, di incontri e lavori, di messe e viaggi di don Marco e sentivo la fatica che stava facendo per tenere insieme tutti i fili della sua avventura. E così gli avevo detto: non esagerare, pensa a New York, il traguardo è quello. E poi proprio io tradisco il messaggio finendo piegato a Milano… Mentre don Camillo si regala un trenta chilometri di allenamento facendosi accompagnare a Roma da Lucilla Andreucci, ex maratoneta azzurra oggi collaboratrice anche di Gazzetta, che ci accompagnerà a New York e segue con attenzione l’avventura atletica e spirituale del mio compagno di viaggio. Don Camillo corre e prepara la sua gara nella Grande Mela, insieme a un racconto – non solo sul suo blog, ma anche per immagini: molte le fornirete proprio voi, con foto e video – che magari scriveremo insieme.
IL CALENDARIO Ora, archiviata la maratona di Berlino e la sua emozione. Sulle braci della sofferenza milanese vorrei ripartire anche io con qualche obiettivo semplice. Le prossime settimane sono già chiare nella mia mente, devo solo vedere se anche il corpo sarà all’altezza del compito oppure se il riposo mi obbligherà a cambiare programma. Perché il mio prossimo traguardo è il 24 ottobre, a Fidenza, per l’ultima tappa di The Run by Powerade, il circuito Gazzetta. Vorrei tornare a correre come si deve quel giorno, quindi stare diciamo sotto i 42′. E vorrei vivere una bella giornata con il nostro club. Il Gazzetta Runners si raduna quel giorno per una gara speciale, che metterà uno al fianco e contro l’altro tutti noi. Sia tesserati Fidal sia semplici soci e simpatizzanti, amici del blog. Sto cercando qualche premio speciale, tutto nostro, per dare un senso alla cosa. Ma non solo. Quel giorno sarà anche la prima volta per gli amici del Milano City Marathon Club che presto si potranno unire a noi, così la nostra squadra sarà ancora più grande e più forte. E con l’aiuto di Alfredo – coordinatore del MCMC – anche il GRC avrà una migliore operatività. Fidenza così sarà una festa e un punto di partenza, perché tutti insieme vogliamo andare a correre il 28 novembre la maratona di Firenze (organizzando un pullman, con pettorale e notte in hotel: in pochi giorni avrete tutti i dettagli) e stiamo pensando a un 2011 pieno di corse. Dalla mezza di Barcellona alla maratona di Milano, ovviamente, dalle tappe The Run 2011 alla Strongman o altre corse ancora, in giro per l’Italia e per il mondo. Per correre tutti insieme e vivere al meglio le nostre emozioni e la passione che ci lega.
FINE 2010 Nel frattempo, però, ecco cosa ci/mi aspetta. Il 10, domenica, sarà tapasciata. Una bella non competitiva per andar piano piano con tanti amici e scaricare fatica. Il 17 avrei dovuto correre in Francia, ma tiro il fiato, ora c’è da scegliere: mezza maratona di Cremona, splendida come sempre, oppure un bel 10k a Milano all’interno del parco delle Cave, tra asfalto e verde. Una gara da non perdere per scoprire qualcosa di nuovo nel panorama di Milano, qualcosa che per tanti runner è ancora un mistero. Del 24 vi ho già detto, il 31 invece non posso mancare il Media Challenge, gara da 10k a Milano per beneficenza. Una sfida aperta a tutti anche se nasce per il popolo della comunicazione. Si allarga per fare beneficenza e quindi non si può mancare, i dettagli li saprò giovedì mattina (conferenza stampa) e ve li girerò subito. Poi… poi si parte, ancora una volta a New York, ma stavolta per seguire la gara dall’esterno. Sia chiaro, correrò anche quest’anno, però mi farò bastare la corsa della pace di sabato mattina – magari in costume… sto lavorandoci – e un bell’allenamento a Central Park dove insieme a don Marco potremmo anche inventarci qualcosa di speciale. Don Camillo e Peppone a New York…. può davvero succedere di tutto.