2 aprile 2005: un milione di chilometri percorsi,
1400 incontri con personalità politiche, 222 udienze a primi ministri, 1100
udienze generali, 104 viaggi internazionali, quasi 27 anni come successore di
Pietro, ribelle pescatore di Galilea. E come sintesi provocatoria, milioni di
volti giovani che, stregati dalla semplicità divina di quel vecchio prete
polacco, han fatto rimbombare nei loro cuori la domanda che i discepoli di
Emmaus hanno scandito al silenzio della luna: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo
il cammino?"
(Lc 24) Un uomo che ha vinto la scommessa che sembrava essere
la più assurda: ri-accendere nel cuore dei giovani il sorriso parlando loro non
delle conigliette di Play-Boy, dei gossip
mondani o di un’insulsa sessualità, ma raccontando Gesù di Nazareth. E quella
preferenza mai nascosta – che troppi infastidì – per una giovane donna,
straniera eppure assai familiare, per quella ragazza così dolce e sensuale che
si è servita dei lunghi silenzi di Efeso per rileggere la sua storia attraverso
le vetrate della Risurrezione. Per lei, Maria di Nazareth, la dichiarazione
d’amore più trasparente ed elegante: "Totus
tuus ego sum"
.
Storia di un uomo che nella vita è andato controcorrente,
non contromano. Storia di un profeta che i suoi giovani celebrano già santo.
Storia di un testimone che c’ha insegnato la cosa più illogica: per diventare
grandi, mettetevi in ginocchio!
Grazie Giovanni Paolo II!

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