madre.jpgDue nomi: Jakov Colo e Mirjana Dragicevic. Due più uno a dir la verità: Maria di Nazareth. In tre: e la villa si riempie. Il posto della mondanità, delle sfilate e delle grandi feste cambia vestito e si tramuta in una cattedrale ospitante ginocchia piegate, corone sgranocchiate, pensieri riallacciati. Ma non strimpellava il Guccini cantante d’aver visto "gente della mia età andare via, lungo le strade che non portano mai a niente. Cercare il sogno che conduce alla pazzia"? Poi, però, si correggeva regalando la visione di una generazione preparata ad una speranza nascente. La speranza che ha inondato Villa Fabris lunedì notte. Un fiume di gente genuflessa ai piedi di una Donna abbigliata di cielo che addita alla conversione, al digiuno, alla preghiera. Una Donna che piange, che scongiura, che invoca redenzione! Gente andata di proposito  a sentire due voci stonate nel pentagramma del mondo. Strana sorte quella dei veggenti. Al pari dei profeti biblici tengono tra le mani l’arduo e scorticante compito d’urlare in un mondo sordo, di colorare cielo in un mondo in "bianco e nero", di correre in stadi abbandonati. D’essere perseguitati, trattati da pazzi, irrisi e diffidati per non tacere il sogno di un’umanità migliore.
Pregare: verbo caduto forse in disuso, ricco di una potenza apparentemente impotente, foriero di soluzioni umanamente quasi sempre sfasate. Eppure quella "prospettiva scomoda" delle ginocchia piegate resta l’ultima a farci vedere la spiga di grano quando tutti vedono il seme che marcisce. Pregare per stare ancora in piedi dopo una settimana straziante e di gravosa traduzione negli atelier dell’umano sapere: lo strangolamento di Federica, la sentenza di morte per Eluana, l’imboscata ad una pattuglia di italiani ad Herat, l’attacco all’ambasciata di Istanbul, gli insulti e la volgarità di Piazza Navona, la strage di clandestini nel mare spagnolo. E un mondo che fa festa, che brinda, che corre tutt’intorno. Senz’accorgersi che il coccodrillo che sta nutrendo prima o poi l’inghiottirà. Lo raccomandava Claudio Chieffo cantautore: "Cammina l’uomo quando sa dove andare".

Medjugorje era un pugno di case, fra povere vigne, colli sassosi, strade sconnesse e campi di tabacco. Sei bambini iniziarono un’educazione del cuore. Dei pensieri. Dei sentimenti. Ancora oggi, dopo 25 anni, ogni volta che la Madonna scompare per i ragazzi è un dolore acutissimo tornare "sulla terra".  E per noi un tormento acutissimo scorgere serena compostezza nei loro sguardi.
Penso sia il Paradiso.

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