Scrisse A.
Camus: "A questo mondo c’è chi testimonia
e chi guasta. Appena un uomo testimonia e muore, si guasta la sua testimonianza
con le parole". Testimoniare: tuffo spedito nella greca lingua per risalire
con risonanza feroce tra le mani: martirio. Sostantivo proprio di un gruppo di
pavidi fuggiaschi cresciuti ai margini di un impero con esigenza avventata:
rileggere la storia alla luce della Parola. Parola folle, ma l’alternativa era parola
vana. Scelta seconda non li conquistò!
Storia
infame per coloro che la storia annovera nel rango di profeti. Fraintesi in vita, adulati meschinamente in punto di
morte: bestemmia più crudele non si respira sotto cieli paurosamente umani.
Colpa troppo lucida s’annida ostile sul loro conto: anticipo forzato di tempi
ancora lontani a venire. Minacciati dai lanzichenecchi, alla loro difesa si
preferisce la morte di crepacuore. Dopo morti…gli epitaffi rammentano
l’incapacità umana di leggere i segni dei tempi: in cambio ammissioni di colpa
velate da ricercate parole.
Prurito
nell’animo e meschinità nella lettura: parlare dopo la loro morte profuma di
tradimento. Oggi tocca sorbirsi elogi a don Oreste Benzi e ad Enzo Biagi. Ieri
è toccato per Pio da Pietralcina e Lorenzo Milani. L’altro ieri sorte non meno
severa cadde su profeti anonimi straordinariamente audaci per essere abbracciati.
E poi giù, giù in linea retta alle sorgenti della Novità: al Maestro venuto
fuori dalla bottega di Nazareth. E così sempre sarà di chi s’aggancia
follemente ad un Maestro strategicamente violento.
Le chiamate
divine non prevedono addestramento: esigono lo sbaraglio! Magari senza sorriso
sul volto. Ma è difficile essere latitanti quando a cercare è Dio stesso.
Troppi
oggi s’appropriano di questa missione. Ma essa rimane pur sempre strategia di
cielo. Restìa a s-velarsi nelle delucidazioni, indugia velata nel campo di
battaglia.
La sera di Pasqua, a Resurrezione conquistata, Pietro
di Galilea, er Pupone della squadra, dispiegò
la profezia: "allenamenti costanti 365 giorni all’anno (366 nei bisestili). Di
giorno a giocare, di notte ad allenare lo spirito. Capacità di sopportare
partite senza intervalli con buone azioni da firmare sostitutive a vuoti
autografi. Pressing caparbio, difensivismi nulli, attacchi diretti ed
esibizionismi vietati".
Così banale che troppi coach han provato a copiare questi forcing pericolosi. Risultato: cremati per sovra-allenamento. Ignoravano
la dissonanza di carattere. Le panchine erano tutte di plexigas, ma il carisma
di Chi sedeva era foriero di motivazione.
Non afferrava Pietro quando chiedevano di Controcampo: il lemma più vicino a lui era
controcorrente. Udendo Domenica sportiva raggelò perché la
domenica per lui era shabbat tutto
ebraico. E quando scorse il pendolino di Maurizio Mosca, sfoggiò un uncino, a memoria
dell’umiltà di pescatore. Nel salotto di Simona Ventura non s’è mai seduto
tanto che i giornali lo battezzarono "Quello
che… snobba gli inviti". Ritenne lotto-mania quando ragionavano di 4-4-2 / 4-5-1. Lo schema loro era
mono-numerico: Io e voi contro tutto il
resto.
Profeti: lettori scandalosi di un presente vissuto in
libertà.
La loro vita per gli esperti è fallimento. Per la
storia è vittoria!