Questa settimana mi piace iniziarla con un racconto che parli della complementarietà con cui possiamo aiutarci vicendevolmente a superare le sfide, anche quelle più “corrosive”, che la vita ci pone innanzi.
Una farfalla volava instancabile tra i fiori, quando d’un tratto un pianto sommesso la fece sobbalzare. «Che fatto insolito», pensò, «in un giardino», e impaurita si spezzò le ali andando a urtare contro un alberello.
«Ah, che mai sarà di me adesso! Non volerò più… morirò di tristezza!».
E mentre così si lamentava, si ricordò del pianto appena udito e chiese al vento: «Chi piangeva prima di me?».
«Io, stelo nudo senza fiore; una folata di vento mi ha ridotto così. E a che serve uno stelo senza fiore?».
La farfalla si trascinò stancamente fino a lui. «Non sei il solo a soffrire; con le mie ali spezzate, non volerò mai più libera nell’aria».
Lo stelo tacque e sembrò riflettere, ma tanto durava il suo silenzio, che la farfalla quasi si innervosì.
Alla fine parlò: «Insieme, possiamo aiutarci. Posati su di me, così tu porgerai le ali al vento ed io avrò di nuovo un fiore».
La farfalla si illuminò tutta di un sorriso. I passeri accorsero ad aiutarli e unirono per sempre la farfalla al verde stelo.
Da allora ci sono farfalle che volano ed altre che, trasformate in fiori, si lasciano cullare sugli steli.
(Autore ignoto)
Vi ricordo gli ultimi articoli che sarebbe bello commentare tutti insieme, per poterci, allo stesso modo del fiore e della farfalla, arricchire a vicenda:
- nella sezione “Pensiero Creativo” – I palpeggi del contadino di Van Gogh;
- nella sezione “Sala Dibattiti” – Parola incarnata, Parola anestetizzata;
- nella sezione “La Teologia della Lucertola” – Presentazione del nuovo lavoro di don Marco Pozza;
- nella sezione “Lo sport, la fede, la New York City Marathon 2010” – Andate e correte. Nel nome del Padre.
Buona navigazione!