Pur non potendo vantare legami diretti con lui (anche per motivi “tecnici” non indifferenti: non ero ancora nata, né quando fu arcivescovo della mia città, né quando, in seguito, divenne Papa), non posso negare di avere un rapporto privilegiato con Papa Montini.
Il rettore del liceo linguistico che frequentai, mons. Carlo Calori, ordinato sacerdote dall’arcivescovo Montini, non ebbe dubbi sul nome a cui intitolare il liceo (innanzitutto, classico, in seguito, linguistico) che, qualche anno dopo, fondò, nella capitale meneghina.
Quella piccola scuola, nata in periferia e senza molte pretese, seguì le orme di quel Papa poco ricordato, oltre che prenderne il nome e, ancora oggi, quella scuola si propone l’obiettivo di educare in modo cristiano e diffondere la cultura, rimanendo popolare, cioè “alla portata di tutti”.
Figlio di Giorgio Montini, tra gli storici fondatori del Partito Popolare, Giovanni Battista lavora per la Diplomazia Vaticana poco dopo essere stato ordinato sacerdote, all’età di 26 anni.
Diventa, in seguito, segretario del cardinale Pacelli, che sarà poi eletto Papa come Pio XII.
Arcivescovo di Milano, una delle diocesi più grandi del mondo, a 57 anni, prima ancora di aver ricevuto la porpora. Si dimostra attento alla realtà di un mondo in mutamento e vicino ai lavoratori (famosa è la visita, da arcivescovo, allo stabilimento della Magneti Marelli, che, allora, produceva televisori). Tale sensibilità verso gli operai e le classi più umili non rimase nascosta neppure durante il successivo pontificato.
Eletto Papa il 21 giugno del 1963, nel 1964, è il primo papa a salire in aereo ed a recarsi in Terra Santa (4-6 gennaio): ancora oggi, vi è un momento a perpetua memoria di questo storico avvenimento.
Intellettualmente preparato, amante dell’arte, il suo pontificato si caratterizza per la ricerca incessante del dialogo interreligioso ed ecumenico, senza perdere occasione di sfruttare anche le nuove tecnologie per promuovere l’annuncio cristiano.
Il suo pontificato si segnala per un’altra prima volta, assoluta: il 7 maggio 1964, in Vaticano, nella Cappella Sistina, Montini incontra gli artisti e ne tesse gli elogi, invitandoli ad una riconciliazione ed auspicandone la collaborazione, arrivando a domandare di “far coincidere il sacerdozio con l’arte”.
Tra i suoi primati, sicuramente, vi è quello di aver collaborato in modo non solo formale, ma anche sostanziale a smantellare il potere temporale del Papato. Il 13 novembre 1964, si toglie la tiara papale, e la depone sull’altare di san Pietro, offrendola simbolicamente ai poveri (il copricapo papale è tutt’ora in un museo, a Washington, ma il ricavato della vendita è effettivamente stato devoluto all’opera di Madre Teresa, India).
Il 4 ottobre 1965, un’altra “prima assoluta”: primo Papa a prendere parte al congresso dell’ONU. Storico fu il suo grido “mai più la guerra” davanti ai rappresentati delle Nazioni del mondo!
Nonostante la sua elezione sia stata vista da alcuni con speranza, da altri con preoccupazione, dopo che il cardinal Montini, durante il Concilio Vaticano II, era stato classificato come uno tra i principali “progressisti”, il 25 luglio 1968, stupisce molti con la sua profetica enciclica “Humanae Vitae”, in cui esprime la contrarietà del Magistero alla contraccezione, vedendo lungo sui rischi della tecnica, se dimentica della dignità umana.
Il 27 novembre 1970, a Manila, subisce un attentato: approfittando della confusione, un uomo in clergyman si fa largo tra la folla e, con un kriss, colpisce il pontefice.
Muore per un edema polmonare, la sera del 6 agosto 1978 festa della Trasfigurazione, dopo aver chiesto a Dio la grazia di un addio in solitudine.
Il funerale, semplice, come da lui esplicitamente richiesto nel proprio testamento, con il corpo deposto in una bara di legno chiaro, sopra la quale è posto il vangelo, sfogliato dal vento, avviene il 12 agosto 1978.
Ma, come sempre avviene, quando c’è di mezzo l’eterno, la storia si allunga, inevitabilmente.
Papa Montini, l’arcivescovo di Milano, il segretario di Pacelli, papa Paolo VI, dopo la beatificazione, avvenuta nel 2014, sarà presto canonizzato, in seguito al riconoscimento della sua intercessione nella miracolosa guarigione di Amanda.
Sembra quasi un suggello celeste alla sua profetica enciclica, Humanae Vitae, che proprio il miracolo avvenuto nei riguardi di una bambina in fase prenatale possa portare presto Montini agli onori degli altari.
Si tratta di Amanda, che oggi ha tre anni. La madre della piccola, Vanna, dopo 13 settimane e 3 giorni di gravidanza, subisce la rottura della placenta. Il trattamento, effettuato all’ospedale di Legnago,inizialmente positivo, si rivela fallimentare. Per la bimba, è una condanna: senza il liquido amniotico, ella non dovrebbe più ricevere il nutrimento necessario alla sopravvivenza ed alla crescita. Invece di arrendersi ed interrompere la gravidanza, Vanna si reca a pregare al Santuario Delle Grazie, a Brescia, che conserva la maglia macchiata del sangue di papa Paolo VI, in seguito all’attentato di Manila del 1970.
Amanda nasce proprio il giorno di Natale del 2014, dopo 26 settimane e 4 giorni di gestazione con un peso di appena 865 grammi.
La scienza non è riuscita a spiegare come la bimba abbia potuto sopravvivere, nonostante il distacco della placenta, per cui la Chiesa può definire quest’evento inspiegabile “miracolo” ed aggiungere un nuovo santo al numero delle anime che vivono la felicità eterna con Dio.
Fonte dell’immagine di Amanda con la mamma: Il Giorno, quotidiano.net
Fonti:
La Stampa: L’umanità di Papa Paolo VI
Avvenire: Paolo VI, riconosciuto il miracolo
Avvenire: la santità umile e alta di un Papa “messaggero”
Aleteia: Paolo VI sarà santo, ecco perché. Il miracolo
Rai Storia: speciale su Paolo VI