[ Intervista a Magdi Cristiano Allam ]
Apostata,
miscredente e traditore. Verso la morte Magdi Cristiano Allam cammina
a passi svelti: ma non molla la preda. Le parole sono macigni:
estremismo islamico, distrazione dell’Occidente, moschee, predicatori
d’odio, oblio di Dio. 11 settembre, terrorismo, fanatismo. Amato o
odiato: lo spartiacque è la ricerca della Verità. Spara
a zero: fra poco gli spareranno. Ama l’Italia e difende Israele.
Lotta con Hamas a viso scoperto. Dal 7 gennaio ha evaso aprendo un
sito internet: www.magdiallam.it.
Il
resto è blindatura totale: primo livello superiore per il
Viminale. Stasera arriva a Padova.
Padova: cosa le
evoca questo nome?
«Basta
costruzione di nuove moschee in Italia. Ce ne sono circa 800 a fronte
di circa 50 mila musulmani che le frequentano abitualmente.
Fermiamoci e riflettiamo per assicurarci che quelle esistenti operino
nel rispetto della legge, condividano i valori fondanti della società
italiana, diventino case di vetro dove si parli l’italiano e ci si
senta parte integrante di una comune spiritualità che tende al
progresso, al bene e all’interesse dell’Italia».
Lei parla di un
islam violento, radicale, intollerante e invadente. Mi corregga se
sbaglio.
«Io constato che
a partire dalla sconfitta degli eserciti arabi nella guerra contro
Israele del 5 giugno 1967 – che ha segnato il tramonto dell’ideologia
del panarabismo e avviato la riscossa dell’ideologia del panislamismo
– s’è registrata un’involuzione generalizzata sul piano
religioso, ideologico, politico, sociale e dei costumi perseguendo il
mito del "vero islam". Prendiamo atto che più si è
voluto essere aderenti al Corano e alla vita di Maometto, più
si è affermato un islam sanguinario e terroristico. Ecco
perché l’islam è fisiologicamente violento. E’ vero che
il terrorismo islamico viene promosso da una minoranza di musulmani –
così come è tragicamente vero che il terrorismo
islamico infierisce principalmente contro gli stessi musulmani – ma
non è vero che il terrorismo islamico è frutto di
un’interpretazione arbitraria del Corano e della vita di Maometto».
Ci sarà,
quindi, un’invasione islamica?
«E’ una realtà
già in atto che mira alla conquista del territorio e alla
sottomissione di mente e spirito con la paura. Si diffonde
principalmente tramite la crescita e il consolidamento di una rete di
moschee dove si predica l’odio, s’inneggia alla guerra santa,
s’inculca la fede nel "martirio" islamico, si pratica il
lavaggio di cervello che rende le persone robot della morte. Questa
rete di moschee sta di fatto costituendo uno stato teocratico
islamico all’interno dello stato di diritto».
Un islam
dall’integralismo sempre più esigente e un cristianesimo
dall’apertura sempre maggiore. Saremo gli ultimi cristiani?
«L’arbitrio,
l’aggressività e la conquista islamica sono possibili a causa
dell’ignoranza, dell’ingenuità, dell’autolesionismo e persino
della collusione ideologica di un Occidente che, parole del Card.
Ratzinger, "odia se stesso". Ci si è infossati in
questa deriva etica con il relativismo, il nichilismo, il laicismo,
l’islamicamente corretto, il buonismo, il soggettivismo giuridico e
il multiculturalismo. Siamo verso il suicidio della nostra umanità
e civiltà radicate storicamente nel cristianesimo».
Con Piccardo e
L’UCOII è guerra aperta.
«L’Ucoii in
Italia rappresenta i Fratelli Musulmani, un movimento estremista
islamico globalizzato che predica la distruzione di Israele,
legittima il terrorismo suicida palestinese, discrimina e sottomette
le donne e persegue il mito di una unica Nazione Islamica nel mondo.
Il loro strumento è il radicamento del potere sul territorio
investendo nelle moschee da trasformare in roccaforti di potere.
Assieme alle scuole coraniche, alle associazioni di carità e
agli enti finanziari islamici. Mirano a convertire e sottomettere
sempre più gente al loro potere, facendo leva su quello che ho
definito "terrorismo dei taglia-lingua" e che ci porta a
tacere per la paura della reazione altrui. In ultima istanza non
esclude il ricorso al terrorismo dei tagliagola teso
all’annientamento fisico del "nemico dell’islam". In Italia
e in Occidente i Fratelli Musulmani sono ben più insidiosi dei
terroristi jihadisti legati a Bin Laden perché, camuffandosi
da persone perbene e strumentalizzando leggi, libertà e
democrazia nostre, piantano solide radici. Condizionando il nostro
presente e compromettendo il nostro futuro».
Una moschea a
Padova, quindi, significa "città nella città".
Esplosione?
«Guardiamo chi ha
accolto e sperimentato l’arbitrio e la violenza degli islamici. Se in
Gran Bretagna il 7 luglio 2005 quattro ragazzi con cittadinanza
britannica si sono fatti esplodere nel centro di Londra, ciò è
potuto accadere perché vittime di un lavaggio di cervello che
li aveva trasformati in terroristi suicidi dentro le moschee
britanniche. La realtà oggettiva e incontestabile è
questa: anche se è vero che non tutte le moschee sono
estremiste e terroristiche, tutti gli estremisti e i terroristi
islamici sono diventati tali all’interno delle moschee».
I cristiani: cultori
dell’ecumenismo o disinnamorati della loro alterità?
«Nel Vangelo si
chiede di annunciare la Verità. Il dialogo non può
fondarsi sul relativismo religioso. Siccome il dialogo avviene tra le
persone e non tra le religioni, deve stare su una piattaforma di
regole e valori assoluti e universali che sostanziano l’essenza della
nostra umanità: la sacralità della vita, la dignità
della persona, la libertà di scelta. Assicurandoci che ci sia
un’effettiva aderenza ai contenuti delle regole e dei valori
condividendo il traguardo. Il dialogo non è un ponte sospeso
nel nulla. Si deve sapere da dove si parte e dove si arriva. Solo se
noi cristiani terremo presenti valori, identità, regole e
civiltà potremo dialogare costruttivamente con gli altri».
Il musulmano:
accoglienza o diffidenza?
«Distinguiamo tra
la dimensione religiosa e quella umana. Da musulmano moderato mi
convinco che non esista un islam moderato. Ma sono anche convinto che
con i musulmani come persone si può e si deve dialogare sulla
base di regole certe: il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo
e la condivisione effettiva dei valori non negoziabili. Sono
l’essenza della comune umanità. La convivenza è
possibile con quei musulmani che, avendo scelto liberamente l’Italia
per migliorarsi, rispettino i doveri che vanno di pari passo con i
diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione».
Da musulmano non
praticante a cristiano convinto. Cosa cambia?
«Nella fede in
Gesù ho scoperto la dimora naturale dove risiedono in armonia
dei valori in cui ho sempre creduto e per i quali mi sono sempre
battuto. Il cristianesimo è il compimento di un lento e lungo
processo di spiritualità interiore segnato dall’incontro con
dei testimoni di fede che hanno riproposto e rivivificato l’esempio
di Gesù tramite opere buone. L’incontro con il Papa mi ha
illuminato e fatto scoprire la grazia della fede».
Le campane delle
chiese, i megafoni delle moschee.
«Non sono sullo
stesso piano le chiese e le moschee. Le chiese sono parte integrante
e indissolubile della fede, storia, cultura e civiltà
italiana, europea ed occidentale. Le moschee sono un corpo estraneo e
storicamente simbolo di aggressione e invasione».
Churchill parlò
di "uno che nutre un coccodrillo nella speranza che questo lo
mangi per ultimo". Profezia sull’Italia?
«Se penso al
comportamento della politica italiana nei confronti del regime
nazi-islamico iraniano degli ayatollah, di quello dittatoriale di
Gheddafi, di quello autocratico di Putin, tocco con mano il cedimento
di fronte ai diktat dei signori del greggio e del petrolio. Stiamo
svendendo i nostri valori e la nostra anima per il denaro e gli
affari».
Perché
l’Italia fatica a separare Stato e Chiesa?
«Perché
paradossalmente proprio il laicismo, che diffida della Chiesa e la
vorrebbe escludere dalla sfera pubblica, finisce per mettere a
repentaglio una sana laicità che è nel Dna della verità
di Gesù (Mt 22). Emblematico che sia proprio il Papa a farsi
paladino dell’indissolubilità tra fede e ragione, l’essenza
della sana laicità».
Prima "Viva
Israele", poi "Grazie Gesù". Come dire:
affrontiamoci.
«Nel primo ho
affermato il valore della sacralità della vita. In "Grazie
Gesù" ho testimoniato l’abbraccio con la Verità
grazie alla libertà (Gv 8,32). Sacralità della vita,
verità e libertà sono i valori oggi messi a
repentaglio, che dobbiamo riscattare riscoprendoli e impegnandoci».
Alcuni l’accusano di
cercare il conflitto tra civiltà.
«Rispettando le
regole comuni, cerco il dialogo e la costruzione di una comune
civiltà con i musulmani che sono tra noi. Ma è nocivo
pensare che per andare d’accordo con loro si debba sposare,
legittimare e attribuire pari dignità all’islam come
religione. Le religioni sono diverse, ma gli uomini possono convivere
con pari dignità e libertà condividendo regole comuni».
Un sms per il
sindaco di Padova
«Per il bene dei
padovani e dei musulmani residenti a Padova, consenta un referendum e
non imponga d’autorità le moschee».
Battezzato la notte
di Pasqua: un segnale per l’islam. E una sveglia per un certo
cristianesimo impigritosi.
«Il messaggio del
Santo Padre è chiaro: sull’esercizio della libertà
religiosa nessun compromesso e nessun timore a ricatti, minacce e
terrorismo. Specie a casa nostra, nella culla del cattolicesimo».
"Cane",
"vile", "miscredente", "apostata": e
siamo solo all’inizio. Ha paura?
«No. Nel 2005
scrissi "Vincere la paura" perché sono consapevole
che solo salvaguardando la libertà interiore potremo essere
pienamente noi stessi. La vera sfida è di vincere la paura del
terrorismo dei taglia-lingua, che vorrebbe imporci l’autocensura
dell’islamicamente corretto rendendoci zombie. Solo così ci
riscatteremo come nazione e civiltà».
Un bacio sulla guancia:
da buon arabo. E un invito: vincere la paura. Parola di un condannato
a morte.