Vollero arrestarne il transito ficcandogli dei chiodi nei piedi: «come un uccello notturno sulla porta d’un granaio. Lui, il Re di Luce» (C. Péguy). I soldati fecero l’ennesimo buco nell’acqua: non s’accorsero che, facendo restare per ore quel ferro alle estremità, procurarono a Cristo un collo del piede da ballerina. L’aveva predetto il profeta: «Non gli sarà spezzato nessun osso». Oltre: «Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto» (19,36-37). Giuseppe, l’amico della sera, Gli aveva affittato gratis un monolocale scavato nella roccia: l’accettò la Madre al posto del Figlio, lo depose dentro. Nicodemo, l’amico nottambulo, lo profumò di mirra, con aloe: in punto di morte, Iddio accettò quelle gesta d’amore folle. La sua Donna – «Non sentiva le gambe sotto di sé. Anche lei aveva salito il suo calvario» (C. Péguy) – lo depose in una culla di marmo: trent’anni prima lo depose in una di paglia. Le madri sanno stare: nella sala d’ostetricia come nelle camere mortuarie. Stanno bene ovunque la vita le metta. Ti fan fare bella figura.
Lui, dal sepolcro, sbirciò fuori. Li vide quasi ubriachi: pareva che nessuno di loro avesse più sete. Cuori-vuoti abitavano una città smemorata. Capì, testa da Dio che si trovava, che il modo migliore per venirne fuori da quella tomba, era di buttarsi dentro quei vuoti. Il vuoto, dopo quella notte, non sarebbe più stato un problema: i vuoti fanno paura solamente a chi li vuol riempire a tutti i costi. Lui li lasciò vuoti, abitandoli: scoprì d’avere ancora sete della loro sete. Come con la sua amica di Samaria. Quel giorno a tavola con Zaccheo, al banco con Levi, in camera con me: “D’ora innanzi, non esisterà più nessuna notte tanto lunga da impedire al sole di risorgere”, giurò. Il Ballerino spinse la lastra del sepolcro coi piedi: la sventrò in due. Scappò: troppo facile pregare un Dio prigioniero delle pietre. Sepolto vivo. Fuggendo, mostrò d’essere davvero Re: lo volevano fare re a tutti i costi, Lui non volle farlo alla loro maniera. Così voleva farlo: da ballerino, sulle punte dei piedi. Si fece trovare a Gerusalemme come si era fatto trovare a Betlemme: sotto-casa, dal fornaio, a spasso per le strade. Dio-Amante, fece Lui il primo passo: certi giorni non basta la memoria di un Amore per non impazzire. E’ necessario ritrovarselo tra i piedi, in punta di piedi. L’hanno capito le donne: a Cristo «gli abbracciarono i piedi e lo adorarono» (Mt 28,9). L’hanno decapitato e Lui, invece che dimenarsi, si mise a danzare in faccia alla morte. Sfottendola.
La morte reagì, alla sua maniera bugiarda, alla sua maniera bigotta di dire le cose: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo» (Mt 28,13). Vittoria del carnefice è contagiare d’odio la vittima. Con Cristo non riuscì: tentò di spargere cattive-notizie. Lui, da parte sua, si era preparato ala sfida. Al governo, il nuovo governo della storia, mise due ministri (di Dio): uno era stato ladro e bandito, l’altra era stata donna di notti e lenzuola. Nel loro vecchio mestiere erano professionisti, nel nuovo si fidarono ciecamente di chi li abilitò senza alcun addestramento. Due falliti al governo della nuova Gerusalemme: «Un successo agli occhi degli uomini, per Dio può essere un fallimento; e un fallimento il più grande dei successi» (P. d’Ors). Vicino al Re, parevano bicchieri di plastica in mezzo a tazze di porcellana. Quando, disperati, strinsero la mano alla bellezza fatta persona che camminava per la strada – “Tu sei Re, io ti credo. Prega per me!” – scoprirono che dietro a tutti gli errori c’è dell’autenticità. Nulla è più eloquente di queste due biografie scompaginate.
“È pesce d’aprile la Risurrezione!” sbraita Lucifero. Oggi è il 1 aprile, il giorno del pesce. Quello dei primi cristiani, però: se lo presero come acrostico per dire che loro, per quel Pesce, sarebbero stati disposti ad ardere vivi. “Si frequentava con Maddalena. Non può essere Dio, uno così!” tentarono di screditarlo. Sono duemila anni che insistono. Lui, il Ballerino, continua a vendicarsi raddoppiando l’amore. I cani abbaiano, la luna continua a splendere. Dio a risorgere.
(da Il Sussidiario e Il Mattino di Padova, 1 aprile 2018)
(immagine tratta da www.palestrafoxtrot.it)
Indice delle riflessioni della Settimana Santa
Domenica delle Palme, «La passione e la pensione»
Giovedì Santo, «Di giovedì. Piedi sporchi e pance vuote»
Venerdì Santo, «Di venerdì. Cristo è morto di freddo»
Sabato Santo, «Di sabato. I due nottambuli e la Donna-lince»