Prospettive
diverse, forse opposte. Sul davanzale di novembre crisantemi, cimiteri
addobbati di luce, preghiere silenziose e composite: è la memoria che va
cercando lo spazio del cuore per riannodare vecchi volti. Storie già partite.
Frammenti di eternità nello scorrere del tempo. La solennità dei santi e la
commemorazione dei defunti sono l’eco di un limite che all’uomo non è dato
oltrepassare: il mistero tremendo e affascinante della morte. Della
conversazione tra cielo e terra. Tra tempo ed Eternità. Occasione di speranza
per qualcuno: perché dopo la sorte toccata all’Uomo della Croce morire non è
più assurdo e insignificante. Motivo d’angoscia per altri: perché quel limite
richiama il senso della finitezza, dell’impotenza, del confine umanamente
insormontabile. Del mistero.
E
all’insormontabile qualcuno risponde con la magia, l’esoterismo, il fascino attraente
dell’occulto. La bellezza dell’estremo. Il rischio della magia. E’ il benvenuto
di Halloween ("All Hallows’Eve day"), la festa più importante
dell’anno per tutti i seguaci di Satana. Che, intelligentissimo, danza
nascondendosi. La sua migliore pubblicità. Entra nelle scuole con feste e
filastrocche in inglese, zucche e teste vuote. Passeggia nelle strade con
"dolcetto o scherzetto" (in origine "maledizione o sacrificio"), con maschere
carnevalesche e campanelli suonati fuggendo. Viaggia nei pensieri con l’antica
leggenda di Jack, il fabbro malvagio. Con la magia dei racconti, il fascino
catodico degli horror cult. E dietro le zucche un’illusione: diventare più
furbi del Diavolo. Per evitare il mondo degli inferi. Pipistrelli e gatti neri.
La luna piena, le streghe e i fantasmi: l’alfabeto dell’occulto che ad
Halloween trova cittadinanza onoraria. Con tanto di consegna di chiavi della
città dell’anima.
Si legge trafugando
nella Scrittura Sacra: "il mio popolo perisce per mancanza di
conoscenza" (Osea 4,6). Anche l’Isaia profeta lanciava grida di battaglia
contro chi mescola il bene col male confondendolo a proprio piacimento. E’
legge sotterranea quella di soffocare nelle osterie della vita l’angoscia dell’esistenza.
Dando credito al primo gatto-volpe che passa. Soprattutto quando il cuore non conosce custodia alcuna.
Così,
decidendo di non pensare alla morte, l’uomo scende a patti con l’Avversario, il
demone per eccellenza. Fino ad organizzargli una festa senz’accorgersi che il
credito procuratosi è l’angoscia. Ma se l’uomo s’accorgesse, la Menzogna tradirebbe la
sua intelligenza.
Oltre a rovinare la notte di Halloween.