Intervista a MASSIMO STENDARDI: groove nomade al servizio del Vangelo
Una faccia che è una cartina tornasole mi si fa incontro davanti al bar convenuto, in quel di Viterbo. Proverbiale carnagione scura e lineamenti da etrusco, origine di cui va fierissimo. Massimo scende dalla moto, sfoggiando il suo sorriso migliore, pronto a mettere a nudo la sua passione e la sua storia passata e presente di musicista. Un ringraziamento a Max per la bella chiacchierata e la straordinaria disponibilità.
Don Giosy
Innanzitutto, è bello pensare che sia stato don Giosy a scegliere me, e non viceversa. Forse perché anche lui è viterbese, come me. E così è iniziato questo cammino di musica, che è testimonianza di musica non solo in Italia, ma anche nel mondo (l’ultimo album ha venduto 20.000 copie).
Significa che c’è un popolo, che gli vuol bene, perché le sue testimonianze sono profonde; questo suo modo di proporsi al suo popolo, che lo adora perché è capace di trasmettere la gioia di un concerto, perché te lo fa vivere non tanto nella musica, ma per la musica.
Ho assistito personalmente a cose bellissime di gente che , finito il concerto, vuole avvicinarsi a lui per parlare di confessione, comunione, insomma , lui arriva al cuore e lo fa con semplicità e umiltà di certo. Quello che colpisce è che don Giosy è presente quando stai male. Quando ridi, non lo vedo mai. Perché lui è così: sta con la gente che non sta bene, che soffre, che ha dei problemi.
E se ascolti i suoi testi capisci che sono testi che lasciano il segno, che alimentano l’idea che la musica è anche testimonianza, è sentimento, e lui riesce a farlo con questi pezzi, scritti da lui, poi arrangiati da altre persone che lo seguono nel suo peregrinare. Forse la parola esatta è il suo evangelizzare, tramite le canzoni, questo suo modo di presentarsi al suo popolo, per dire ai giovani: “Guardate quello che io canto: non voglio dipingere il mio Cristo come uno che punisce”. Ma Cristo è gioia, per lui, come per noi, per chi ci crede e lui cerca di trasmettere questa gioia tramite le sue canzoni e ci sta riuscendo da tanti anni.
Dall’inizio, che fu negli anni Settanta, ai tempi della musica beat, quando era importante farsi largo in questo modo. È il cantautore numero uno al mondo, tra le canzoni della cosiddetta “Christian music” ed io ho l’onore di suonare con lui dal 1997. All’inizio, i concerti erano molti meno. Ora, invece, ci sono molti più concerti: è molto più professionale, ma anche più stancante e impegnativo, come per i turnisti.
L’ultimo album è un doppio cd, dal titolo “Cos’è che muove il cielo”: il primo contiene brani religiosi, più profondi; il secondo è pensato per i giovani, nelle piazze. È stato un lavoro di un anno, che ha portato a questo successo.
Ed effettivamente è una cosa che funziona, nelle piazze: venendo da 7 giorni consecutivi di concerti intensi e fruttuosi in Puglia, Basilicata e Abruzzo (siamo all’8 agosto 2011, n.d.C.). Siamo molto grati all’ospitalità e all’accoglienza di Puglia e Lucania, a tratti commovente; ricordo in particolare l’accoglienza affettuosa e calorosa in provincia di Bari.
Ma abbiamo toccato anche Veneto, Piemonte, Lazio, Calabria e andremo (sono andati, n. d. C.), il 27 agosto, a Comenduno (in provincia di Bergamo, n.d. C.) anche in Toscana, Umbria e Lombardia, per concludere in un palasport ad Allerona (provincia di Orvieto) il tour iniziato a maggio. Altra data importantissima è il 20 settembre, concerto con don Giosy nel carcere di Viterbo.
Certamente stancante ma bello bello: ti dà la possibilità di conoscere tanta gente, si macinano tanti km, ma rinnovo, da parte mia, la disponibilità di restare con don Giosy finché lui lo vorrà.
Altre collaborazioni
Essere batterista non è solamente lavorare con don Giosy, ma collaborare con altri personaggi, in studio di registrazione. In particolare, quello che mi crea grande grande soddisfazione è quando mi capita di lavorare con Cesare Chiodo, secondo me uno dei più grandi musicisti. Il suo ruolo è bassista, ma in realtà è musicista, compositore e arrangiatore; in questo momento è in tour con Raf e con Masini, ha lavorato anche con Laura Pausini, Celentano, Vasco Rossi…. Collaborare con lui significa ricevere tantissimo a livello professionale e musicale. Ogni musicista che crede nella propria professione, studia tanti anni, riesce a sacrificarsi, poi alla fine raccogli quello che hai seminato. E, grazie a Cesare, in studio di registrazione, ci sono delle belle e grossissime soddisfazioni.
La cover band dei Nomadi, i FIORI NERI
Poi c’è la cover band con cui collaboro, i Fiori Neri, cover band dei Nomadi.
L’esperienza con la cover band è nata semplicemente per divertirci, tra sei amici. Pur essendo un’idea nata così, per scherzo, in seguito, ci siamo detti: “ok, divertiamoci, ma lavoriamo per la solidarietà” ed ecco che è nata questa frequenza bellissima con Rosy Fantuzzi, la compagna di vita di augusto Daolio, il cofondatore – con Beppe Carletti – dei Nomadi e la collaborazione con la sua associazione “Augusto per la Vita”, che combatte contro il cancro. Tutto ciò è sfociato nel concerto di solidarietà a Tuscania dello scorso dicembre, che ha visto la straordinaria partecipazione di ospiti eccezionali, quali il maestro Mario Stendardi, Luca Capitani o lo stesso Cesare Chiodo.
Crediamo molto nel connubio musica – solidarietà: offrire musica, ricevendo tante soddisfazioni.
I concerti non sono molti, ma fruttano sempre qualcosa a favore dell’associazione e anche tante soddisfazioni per noi. E speriamo di poter ripetere anche in inverno quest’esperienza bellissima di Tuscania.
L’incontro con Daniele Campani e l’endorsement
Due anni fa, ho conosciuto personalmente i Nomadi, e in particolare Daniele Campani, con cui condivido due sponsor: le bacchette Lantec di Bologna e le Batterie Drum Sound, un gioiello del made in Italy.
Non lo dico perché ci suono io, ma sono meravigliose. Sono stato in fabbrica, da Luca Deorsola, e ho visto come le costruisce! Quando tocca quei legni è come se, ecco: come se vedesse una donna da accarezzare, crea su questi capolavori, su ordinazione, su misura, con legni pregiatissimi e comunque con amore. E quando suoni senti comunque questa passione, trasmessa da Luca che è un maniaco della precisione, è grazie a lui che queste batterie sono famose nel mondo. Non sono un grande batterista, ma un semplice amante della musica, eppure vedo che si tratta di un successo italiano su scala mondiale.
Anche con Lantec c’è un bel rapporto: adatta le bacchette alle esigenze di ogni batterista.
Un terzo sponsor è infine rappresentato dai piatti UFIP, di Pistoia, con cui collaboro da due anni, trovandomi veramente bene.
Lui è quello del groove, sempre e comunque. E, non c’è che dire, il modo per lasciare il segno lo trova sempre, con la sua arrembante spontaneità e la sua grande capacità di coinvolgere.
CHI È
Massimo Stendardi nasce nella Tuscia, la terra degli Etruschi.
Alla fine degli anni 70, si trasferisce a Firenze e studia i primi rudimenti della batteria e qui incontra Marzio Benelli, musicista e patron dello Studio Emme di Calenzano (FI) e con lui inizia a collaborare a varie produzioni, continuando a lavorare con lui fino ad oggi.
Dopo varie esperienze in gruppi Rock del capoluogo toscano, Max si trasferisce a Roma e suona il Blues con il gruppo Sangue Blues, sua passione da sempre.
Poi, verso la fine degli anni 90, Don Giosy Cento. Nel frattempo, Max, collabora con il gruppo dei Fiori Neri, Nomadi al 100%. Max è stato chiamato a suonare anche con “THE WHITE SINGER” Gospel Choir, suonando sempre per iniziative di solidarietà.
Max, circa 5 anni fa, incontra Cesare Chiodo, uno dei più grandi musicisti della scena nazionale, bassista di prim’ordine (Pausini, Celentano, Rossi, Raf, Masini..ecc.ecc.), compositore e arrangiatore. Con lui, inizia una collaborazione fattiva presso lo studio del musicista, il “Molino Recording” di Acquapendente (VT). Grazie a questo incontro, Max vanta collaborazioni discografiche con vari musicisti della scena Italiana e non solo.
I prossimi live di Max:
– l’8 settembre a Ischia di Castro, con don Giosy (VT)
– il 9 settembre 2011 a Porano, con don Giosy (TR)
– il 16 settembre ad Orvieto (TR) coi Fiori Neri
– il 20 settembre 2011, come già detto, a Viterbo al carcere di Mammagialla con don Giosy
– il 24 settembre 2011 a Manciano con don Giosy (GR)
– il 14 ottobre 2011 la conclusione del tour con don Giosy ad Allerona Scalo (TR)
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