Taranto Vecchia
Alzarsi col bel tempo è da tutti: il sole, però, certi giorni si accende dentro una burrasca di nuvole. Sorge puntualissimo, senza guardare l’orologio, ed è subito buongiorno! “Dove vai, Cristo-Signore? Non vedi come grandina?” A guardare fuori, infatti, il tempo non era proprio dei migliori per partire, per andare: «Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato». Il postino Battista è appena finito in gattabuia: per i cuori sleali era troppo quello che andava minacciando fosse sul punto di accadere. Partire, sotto questa sassaiola, è da folli: “Restare è perdere l’appuntamento con la storia” dovette pensare il Cristo Nazareno. Partì, dunque: la sua, però, non fu una normalissima puntualità-puntuale, ma fu una forma di rispetto per le persone. Certi treni passano una volta sola nella vita e, contrariamente agli altri treni, sono dannatamente puntuali: «Si ritirò (…) andò ad abitare (…) Da allora cominciò a predicare». La sua prima predicazione fu la partenza, una partenza sotto i tuoni: «Il miracolo non è esser giunto al traguardo – scrisse J. Owens, uomo veloce – ma avere avuto il coraggio di partire». Cristo partì quando Giovanni si fermò: è soprattutto nel tempo della prigione che si crede in ciò che si spera. Ragione per cui, senza che nessuno s’accorgesse, partirono in due: uno da fermo, l’altro in piedi.
Si allacciò le scarpe per accendere la luce, Dio-elettricista (ora pro nobis): «Per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». La promessa, dunque, andava mantenuta. Non volle mettere nessuna fretta ad alcuno: semplicemente ricordò che una parola data va mantenuta almeno entro questa vita. Girolamo, il santo, diceva che «è facile trasformare un amico in nemico se non si mantengono le promesse». Si alzò dalla sedia di Nazareth e, dopo aver acceso la luce, accese anche il fuoco: «Convertitevi, perchè il Regno dei cieli è vicino». Era Lui il Regno che annunciava, il Regno che stava accadendo: ritenne più eccitante, però, parlare di sé in terza persona per non apparire troppo invadente, per entrarci in punta di piedi, rispettoso di quella libertà nel nome della quale un giorno l’appenderanno al chiodo. Non fece promesse a nessuno, Gli bastò mantenere le premesse fatte: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce». “Se non fa promesse ma mantiene le premesse, allora è la persona giusta”, deve avere iniziato a pensare qualcuno vedendolo agire in quel modo. Le promesse, comunque, sono gli unici appuntamenti a cui non si dovrebbe mancare.
Cristo arrivò puntuale all’appuntamento con la promessa fatta da altri, anzitempo, a nome suo. La puntualità è la cortesia dei re: per intuirne l’importanza basta essere arrivati tardi, anche solo una volta, in vita. Arrivò puntuale e colse tutti di sorpresa: «Venite dietro a me, vi farà pescatori di uomini». Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni: avete fatto caso alla puntualità con la quale arrivano le cose quando si smette di cercarle? Sul bordo dell’acqua, Cristo si comporta come un bambino, uno di quelli che, partito da casa con un pallone sottobraccio, quando arriva nella piazzetta del paese ha già messo in piedi una squadra di giocatori, suonando al campanello delle case: “Vieni dai, che facciamo una partitella!” La partita, quella volta, fu una partita da finalissima: pochi la immaginarono, tanti li applaudirono, solo il Capitano scelse di tacere il risultato finale. Semplicemente raccomandò loro d’imparare subito l’arte del contropiede: sarebbe stato il loro punto di forza, lo schema vincente. E’ quando tu li pensi definitivamente sconfitti – «Giovanni era stato arrestato» – che loro scatteranno in contropiede, per ribaltare la partita. Nel frattempo diede Lui l’esempio, perchè ne seguissero la traiettoria. Forse sognavano dell’altro per la loro vita quei quattro, o forse erano in attesa di un fischio, di un cenno d’invito o di qualcos’altro che li accendesse. L’unica cosa certa è che, a volte, le strade più panoramiche sono le deviazioni che non si aveva intenzione di prendere. Li sorprese con le reti in mano, nel momento in cui meno l’aspettavano. La gioia ci prende sempre di sorpresa: non siamo noi ad afferrarla, è lei ad afferrare noi.

(da Il Sussidiario, 25 gennaio 2020)

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo (Matteo 4,12-23).

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Dal 17 gennaio 2020, in tutte le librerie, il nuovo libro di Marco Pozza dal titolo “Il balzo maldestro” (San Paolo)

«Quella cristiana è la storia del riscatto da un sequestro: Satana sequestra l’uomo, Dio paga di persona per liberarlo. È una storia che si intreccia con l’autobiografia dell’autore, scandita da un’originale rilettura dei complementi di luogo imparati alla scuola elementare. Dal giardino dell’Eden alla gattabuia del Demonio, andata e ritorno, è l’indicazione dell’eterno viaggio della speranza. Poiché tutto può il demonio, ma non cancellare dal cuore la nostalgia di Dio. Nulla hanno ancora potuto stragi, graticole, ripicche: la sua memoria è dappertutto. Basterà poco, il bisbiglìo di un Mistero, per risvegliare nell’uomo il sapore del Cielo. Accadrà come per le anatre domestiche, al tempo delle migrazioni: attratte dal grande volo triangolare delle anatre selvatiche di passaggio, esse «abbozzano un balzo maldestro», disprezzando per un istante il pollaio. Seguendo questa intuizione, suggerita da quello straordinario maestro della narrazione che è Antoine de Saint-Exupéry, Marco Pozza, in questo suo nuovo libro ricchissimo di suggestioni, ci racconta una storia che parla di anatre, di gazzelle e di deserti. Di un sequestro e del suo riscatto. Di una Cittadella da (ri)costruire, oggi più che mai, nel cuore dell’uomo» (dalla quarta di copertina).
(clicca qui per leggere la scheda e acquistarlo online)

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