di Curzio Maltese, da Repubblica.it
Pietro, guerriero dal cuore tenero
L’attore Pietro Taricone (Frosinone, 4 febbraio 1975 – Terni, 29 giugno 2010) è morto per le ferite riportate in un incidente con il paracadute. Questa è l’intervista che Curzio Maltese gli fece il 23 dicembre 2000, quando Taricone era appena uscito dalla casa del primo Grande Fratello
ROMA – Che succede quando la tua vita diventa un format? Il Grande Fratello, del quale molti ne hanno a ragione piene le tasche, si conferma anche in Italia il massimo rito e mito della società dello spettacolo. Quella dove chiunque, per dirla con Andy Warhol, ha diritto a un quarto d’ora di celebrità. E’ la versione moderna del Minotauro. Ogni anno dieci giovani, cinque maschi e cinque femmine, vengono offerti in pasto al voyeurismo di massa e al mostro della televisione. Loro, i giovani, ci guadagnano poco e per poco. Quelli che li usano, molti miliardi. Il pubblico gode del sacrificio e alla fine in genere premia chi sembra aver sofferto di più. Qui da noi Cristina, la “bagnina orfana” secondo la cannibalesca sloganistica dei media, sedotta e abbandonata da Pietro ‘o guerriero. Il cinismo dell’operazione spingerebbe anche De Sade a simpatizzare per le vittime. Tanto più nel caso del meno finto e aspirante divo della brigata, l’ormai mitico Pietro Taricone.
Nella finzione inevitabile dello schermo: Tariconan, Pietro ‘o guerriero, un macho palestratissimo. Dal vivo e da vivo, un bel tipo di ragazzo meridionale né furbo né fesso, aggressivo per voglia di comunicare, disperatamente aggrappato, in un mondo di pazzi, a quei due o tre principi che gli deve aver passato un’ottima famiglia. Il padre, che al telefono gli ripete “mò non fare o’ pagliaccio” e “statti accuorto”. E mamma Taricone, la magnifica signora dall’espressione dolcemente ironica vista nella serata finale. Ho parlato col mitico Taricone sulla terrazza di un albergo romano, sfidando l’odio potenzialmente omicida di una ventina di ragazzine appostate.
Pietro tende a farsi domande e risposte, già pronto per Marzullo: “Cumpa’, posso chiedere io ‘na cosa?”.
Prego.
“Che succede se io mi rifiuto di andare al Costanzo Show e a Buona Domenica?”.
Che lei diventa un mito vero.
“Grazie, ma non è per quello. E’ che io vorrei riprendermi la mia vita, poter scegliere. Qui invece ti vogliono trasformare in marionetta, vai qua, vai là, ridi, balla, canta. Io non voglio fare l’ospite di professione, capisci?”.
Capisco, ma allora perché è andato al Grande Fratello?
“Ma che so, avevo fatto tanti concorsi per entrare ovunque, in polizia, in comune, pure un provino per Nino D’Angelo. Ma l’unico posto dove m’hanno preso è stato il Grande Fratello”.
Come viveva prima di questa incredibile celebrità?
“M’arrangiavo. Studio legge, facevo l’amministratore di un condominio, l’istruttore in una palestra. Il mio problema era racimolare 50mila lire al giorno”.
Beh, adesso il problema è risolto. Le offrono spot miliardari, copertine, film, telenovelas…
“Uno spot lo farei, perché ti sistemi. Un film o una telenovela non so, dovrei imparare a recitare…”.
E perché mai, non guarda la televisione?
“La guardo poco. Mi piace il cinema, americano e con grandi attori: Al Pacino, Bruce Willis, De Niro… Insomma, io il Taricone che fa il macho in Vacanze di Natale non lo faccio per nessuna cifra. Ma per recitare ci vogliono anni di studio. E poi, che prezzo avrà tutto questo?”.
Già, che prezzo avrà secondo lei?
“Devo capirlo. Non ero nessuno e cento giorni dopo sono una celebrità, senza aver fatto nient’altro che girare in mutande per una casa e sparare fesserie. E adesso? Non vorrei finire sballato. Mi sento come una barchetta che è stata trainata al largo dal Titanic, da questa corazzata che è la televisione: e ora come ci torno a riva?”.
Perché vorrebbe tornare a essere quello di prima, lo sconosciuto Taricone, con cinquantamila lire di traguardo al giorno?
“Ma io mica stavo male, ero contento. Qualche soldo in più serve. La moto, ecco, mi sono comprato la moto. E poi? Le fans? Mah. Il successo? Ma la vita non è un gioco che devi vincere a tutti i costi. Io voglio rispetto. Posso pure perdere, mi basta mantenere la mia dignità. Come i samurai”.
Ma i samurai mica andavano in tv. Scusi la banalità, ma com’è far l’amore sapendo che dietro la camera ci sono milioni di guardoni?
“E’ stata l’esperienza più annichilente della vita. Per fortuna, dopo un po’ ti dimentichi. Insomma io e Cristina ci piacevamo, l’abbiamo fatto. Il pudore non è quello. Il pudore è non fare la puttana dei sentimenti, ridere o piangere a comando, magari per catturare la simpatia del pubblico”.
Non vi sentivate in un acquario?
“Era una via di mezzo fra una caserma e un Luna Park. Ma l’esperienza umana è stata positiva e al principio divertente come un gioco”.
E poi invece?
“Capisci che non è un gioco, è una cosa che ti può sconvolgere la vita. Ti rendi conto davvero di che razza di potere mostruoso ha la televisione. Partendo dal nulla e con nulla, fabbrica quello che vuole. La gente dovrebbe rifletterci di più. Altro che par condicio, chi ha in mano la tv in una società come questa può tutto. C’è da farsela sotto”.
A proposito, come la pensa in politica? Hanno detto che è di destra.
“Ero di destra da ragazzo, come lo si è allora, da idealisti, per aver letto Hegel e Nietzsche alla dannunziana. Nel ’95 ho fatto campagna elettorale per Dini a Caserta. Interessante, ho imparato un sacco di cose. Anzitutto che noi meridionali, credendo d’essere i più furbi del mondo, siamo i più fessi d’Europa, quelli che usano meno i fondi comunitari”.
Ora magari le offriranno una candidatura alle prossime elezioni.
“Perché sono andato cento giorni in diretta? Vabbè che i politici ormai dipendono dalla televisione. Ma no, non sarebbe una cosa seria. Io voglio mantenere i miei valori, fra questi l’idea che nella vita per fare un mestiere devi studiare, faticare, costruire, migliorarsi…”.
Taricone, ma lei è ‘o guerriero o un allievo di Norberto Bobbio?
“Sono uno che cerca di mantenere il senso della realtà. Il guerriero lo facevo così, per pudore dei sentimenti”.
Bel concetto, ma lo spiega meglio?
“La televisione ti rende ipocrita, capisci subito che se fai il modesto, il timido, la gente a casa ti vota e tu ci guadagni. Del resto, basta guardare a ‘sta schifezza di melassa spalmata su tutti i palinsenti. Alla fine siamo in Italia, c’è il Vaticano, il buonismo e compagnia bella. Tutti fanno i buoni, i commossi, pure se dentro c’hanno un egocentrismo allucinante e ucciderebbero la madre pur di farsi notare. Così io ho svoltato verso l’auto parodia del macho, che non deve versare la finta lacrima. E non parlo certo di Cristina, lei è davvero così, ingenua, bella. Comunque orma l’avventura è finita. Oppure comincia adesso il vero Grande Fratello, che dice?”.