Non sempre – in famiglia e non solo – i rapporti sono chiari, sereni e lineari: a volte sono tesi, altre volte domina l’indifferenza.
Una madre è pure sempre una madre, anche se talvolta può comportarsi da matrigna. La Chiesa è nostra madre, ma la Chiesa siamo noi, ciascuno di noi battezzati. Anche le madri a volte sbagliano, dimenticano, lasciano soli. A volte è solo negligenza, a volte è ignavia, a volte c’è un silenzio complice, interno ed esterno alla Chiesa che fa di tutto per mantenere nell’oblio le sofferenze dei cristiani.
Del resto, Cristo non ha mai detto di essere venuto a portare la panacea contro tutti i mali o che i cristiani sarebbero stati preservati dalla sofferenza, dal dolore, dalla fatica. Anzi!
Disse apertamente che, a causa sua, avrebbero avuto dei guai1, ci sarebbero state addirittura delle scissioni in famiglia2. Dichiarazioni in aperto contrasto con una certa visione (evidentemente un po’ distorta e poco fedele alle fonti) del cristianesimo, che vede Gesù come una specie di profeta hippy che predica pace, amore e perdono incondizionati. Questi estratti del Vangelo testimoniano invece come, pur portando parole d’amore, si ponga nel segno di una continuità critica con chi l’ha preceduto, nell’intento di ristabilire le corrette relazioni tra vita e fede, uomini di culto e popolo: un tentativo volto alla riscoperta dello spirito originario di prescrizioni di cui si era perso il vero senso e che rischiavano di essere come tronchi d’albero secchi, portati sulle spalle, come un peso gravoso ma anche inutile, poiché erano ormai staccati dalla linfa che garantiva loro la vita. Più ancora che spiegare le Scritture, Cristo ha compiuto il lavoro più duro di tutti: ha ridato loro vita, concretezza, realtà effettiva. Ecco perché è Parola incarnata.
E ciascuno di noi è chiamato a fare altrettanto, per assomigliare sempre più a lui. Ecco perché le persecuzioni sono in un certo senso una buona notizia: non c’è persecuzione, quando manca la credibilità. Per questo, quando ci sono piccole o grandi persecuzioni, cruente o incruente, umilianti o dolorose, portano in ogni caso una buona notizia: il Vangelo ha trovato vita in cui vivere. Il Vangelo è stato preso sul serio, non come un’utopica chimera da lasciare nelle chiese come sogno per bambini e ricordo per i vecchi. Se c’è una persecuzione, ci sono cristiani perseguitati e se ci sono cristiani perseguitati, significa che ci sono persone capaci di “rompere le balle” in modo coraggiosamente profetico, di non stare in silenzio di fronte alle ingiustizie e di spronare gli uomini a raggiungere le vette per le quali sono nati, invece di accontentarsi di sopravvivere, sbranandosi gli uni con gli altri. Quando qualcuno crede che tutto questo non sia solo un sogno, ma una speranza certa e una realtà possibile diventa scomodo e oltremodo pericoloso, perché potrebbe “contagiare” gli altri, instillando in loro una semplice domanda: “Perché no?”. Cioè: perché non credere che un altro mondo sia possibile, perché non provare a cambiare il mondo, senza arroganza o pregiudizi, semplicemente partendo rigorosamente da se stessi, impegnandosi a migliorare, giorno dopo giorno, senz’arrendersi di fronte alle difficoltà, alle cadute, alle prese in giro, alle umiliazioni.
Se i cristiani non sono solo una sparuta minoranza, ma un popolo di uomini e donne liberi, con capacità di ragionamento a 360° (che non riducano la propria fede ad un omogeneizzato di pietistiche pratiche devozionali, che termina il proprio effetto vitale all’uscita dal luogo di culto, limite oltre il quale ognuno si sente autorizzato a tornare a fare i propri comodi) sono molto, ma molto pericolosi per tutte quelle persone che hanno come loro scopo la sottomissione della volontà altrui in nome dell’egoismo, del tecnicismo, del fondamentalismo (e di tutti quegli –ismi che sviliscono l’umanità).
Ma la domanda è lecita: esistono davvero cristiani così, oppure sto idealizzando come vorrei che fosse, rappresentando una figura inesistente, ma auspicabile? Io credo che cristiani così ci sono. Lo dimostra il fatto che anche quando ci sono persecuzioni sono mirate a cristiani “concreti”, che si impegnano, che agiscono, che lottano in prima persona per i diritti dei più deboli e che vogliono far valere le libertà fondamentali dell’uomo.
I cristiani “da sacrestia” non costituiscono e – con ogni probabilità – non costituiranno mai fonte di problemi o preoccupazioni a chi governa, come a chi vuole imporre il potere della violenza e del terrore. Questi cristiani sono considerati innocui: non danno fastidio a nessuno.
Potrei andare avanti a lungo con dissertazioni filosofiche, teologiche, sociali di vario genere intorno a quest’argomento. Ma tutto ciò è di lieve utilità, perché a questo punto scatta l’esame di coscienza, dal momento che è più che legittimo domandarsi “che tipo di cristiani siamo? Rispondiamo a quella che è la nostra chiamata di autenticità?”.
Questi, a mio avviso, sono gli interrogativi fondamentali e più profondi, ancora più importanti del notificare il silenzio complice e colpevole di stampa e media, quando non di buona parte della Chiesa stessa.
Prima ancora di puntare il dito contro qualcun altro per la sua negligenza, le notizie di attualità, ci richiamano alla ricerca di una fede più profonda e più vera, che non sia solo un’abitudine o un luogo comune, ma un pilastro portante della nostra vita (e non aggiungo altri aggettivi, perché è fin troppo diffusa la cattiva di parlare di “vita di fede”, con il rischio di creare insanabili contrapposizioni tra spiritualità e concretezza, che non avrebbero ragione d’esistere!)
1 Vangelo di Gv 15, 18 – 21: Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.
2 Vangelo di Mt 10, 34 – 37: Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera:e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Link per approfondire:
- Nessuna libertà per i cristiani in Gibuti
- Muslim Persecution of Christians
- Cristiani perseguitati
- Nigeria chiede task force regionale contro Boko Haram
- Nigeria, 19 morti in due attacchi contr i cristiani (Reuters)
- La Perfetta Letizia: in Nigeria il governo è debole