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In questi giorni chi afferma di avere la febbre, rischia l’isolamento o di essere, invece, in linea con il mood del momento.
La scorsa settimana, a causa di un fastidioso virus intestinale, anch’io sono stata costretta a trascorrere qualche giorno a letto tra pastiglie e termometri. In uno dei tanti momenti di assopimento, alle prese con la febbre alta, mi son ritrovata a pregare.
La debolezza e lo stordimento da influenza non mi permettevano grandi orazioni, ma solo una semplicissima preghiera del cuore, quelle che si fanno in modo quasi bambino. Spontanea. Pulita. Come una bolla nell’acqua è giunta da dentro me, cogliendomi impreparata a me stessa, la richiesta di poter offrire a Dio anche quel mio stare male, come dono per tutte quelle situazioni di fragilità, di povertà e di debolezza che il cuore del Padre conosce.
Lo sconcerto e lo scandalo, però, non hanno tardato ad arrivare pochi istanti dopo aver formulato tale preghiera. Apparentemente molto bella eppure non del tutto libera. Chi ero io per decidere che la mia offerta fosse per quei ”poveri”, tali ai miei occhi? E se il Padre avesse voluto accettarla in dono per i cuori più duri e difficili da scalfire? Se avesse deciso di accoglierla per un serial killer, per un uomo di potere disposto ad uccidere molte persone pur di emergere, oppure per un potente boss mafioso piuttosto che per un cinico imprenditore?
Di fronte a tale possibilità il mio cuore si è sentito piccolo e ha fatto fatica ad ipotizzare tale eventualità.
Ne intuivo la portata, ma molte resistenze ancora mi bloccavano e mi bloccano tutt’ora. Forse è questo l’amore per i nemici? Un amore così grande da non essere umano. Un amore che è proprio di Dio e che noi possiamo solo chiedere in dono per essere trasformati a Sua immagine, sempre più cristomorfi. Solo Dio sa amare chi uccide, sa perdonare tali omicidi e solo questo Amore può prendere spazio dentro di noi, quando abbassiamo le difese (complice la febbre!) e glielo permettiamo, affinché viviamo i suoi stessi pensieri e sentimenti. A volte, i deliri da febbre e le preghiere più semplici ci scombussolano, ma nascondono mondi in cui il cuore resta senza fiato e fatica a contenerne la loro vastità, immensità, potenza e profondità. E ci sentiamo più vicini e immersi nel cuore di Dio.

 

Fonte immagine: Pixabay

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