Pure a Vicenza lo stadio tace. Gli attori riposano, le reti si sgonfiano, l’erba si rafforza. Calati gli Europei, un pizzico di silenzio sdebita segretamente troppi pomeriggi nervosi, urla sudate, appassionate domeniche di ovazioni. Un anno di calcio negli archivi e due storie per quei piccoli calciatori in erba che stanno tirando le prime zampate a quella sfera così magica e traditrice, bella e dannata. Inseguita, braccata. Da alcuni conquistata.
La metamorfosi del Fantantonio di Bari vecchia, al secolo Antonio Cassano. Fu l’orgoglio del Fascetti allenatore, la disperazione del Capello mister, l’incomprensione della Spagna madrinista. Perché sotto gli aguzzi capelli soggiorna il genio e la sregolatezza, l’ardire e la sfacciataggine, l’esuberanza, il talento e l’irruenza. C’avea salutati sul terreno di Marassi con cinque giornate di squalifica come trofeo: urla, scompostezza, insulti. E l’ennesima maglia al vento. 35 giorni dopo s’è ripresentato vestito d’azzurro, d’eleganza, di serietà. E al Donadoni allenatore ha risposto con assit precisi, parole misurate e sin troppo altruismo calcistico. Frutto di una distensione riacquistata. S’era perso nella Spagna dei grandi talenti, s’è nascosto sotto la lanterna di Genova per riannodare i fili della sua misura. E dove hanno mancato navigati padri-allenatori, hanno prevalso i 17 anni di Carolina Marcialis, ragazza di provincia. Al caldo di un’estate d’insulsi pettegolezzi, ecco la storia delicata e quasi nascosta di un talento restaurato con la tenerezza. Con l’affetto. Con la delicatezza di un amore sbocciato nel silenzio. Con il piede che torna ad accarezzare il pallone, la testa ad architettare dribbling da moviola, il pallone a gonfiare la rete. Anche questo è sport: incrocio di poesia e genialità, sorpresa e gratitudine, assist, pressing e premura.
L’altra parte del mondo ci racconta il tramonto di una vecchia conoscenza, quel Luis Nazario da Lima troppo lestamente avvicinato al Pelè di tutt’altra caratura. Le foto lo additano gonfio, le vignette gongolano sul suo peso, il Milan lo invita a ricostruirsi psicologicamente. Prima che atleticamente. La storia di uno sportivo che si giustifica ribadendo di non essersi accorto d’avere assunto tre transessuali. Come se sguinzagliare una sera con tre squillo donne – mentre la fidanzata è incinta – fosse invece una cosa normale!
Stanchezza e passione. Caduta e risurrezione. Dipendenza e tenerezza. Perché lo sport non esige solo un fisico allenato.
Ma anche un cuore ordinato!