Fossa delle Lucertole è un paese che non esiste nella realtà: eppure qualcuno, dopo aver letto il racconto, potrebbe dire d’esser transitato almeno una volta per la piazza di quel paese. All’ufficio anagrafe del comune non trovi registrato il nome di Luca e Valentina. E nemmeno sono mai state affisse alla porta della chiesa le pubblicazioni del loro matrimonio: ragione per cui sono ancora entrambi single per Santa Romana Chiesa. Chissà, poi, se esiste davvero da qualche parte un Cesco che tiene un negozio dove i ragazzi del muretto vanno a farsi fare i tatoo. O quel Monsignore stempiato che calciava le bottiglie di black & white sul sagrato della sua chiesa. Eppure il racconto non è un falso storico: forse è stato semplicemente un escamotage che l’autore ha adoperato per gettare luce su un mondo diverso.
Su una chiesa diversa. Su una scuola diversa. Su uno sport diverso.
Giunto che fu alla fine della sua fatica, coloro che l’hanno incrociato mentre scappava con le carte sotto il braccio affermano che l’autore stesso non avesse capito se questo poteva essere un libro da spiaggia, da scuola oppure da viaggio (quello che s’è raccomandato è di specificare che la sua lettura non sostituisce la messa domenicale celebrata dal Monsignore con la talare filettata, ndr). Diciamo che potrebbe essere un blocco di marmo appena sbozzato. Qualora avessi voglia e talento, prendi pure in mano lo scalpello/penna e continua a lavorarlo. Questo era forse anche il desiderio dell’autore se, prima di far perdere le sue tracce, s’è premurato d’abbozzare delle schede operative da lasciare nella bacheca del suo laboratorio: potrebbero essere un modo per portare avanti il suo ricordo, per tentare dei dibattiti, per poter vantare un monolocale a Fossa delle Lucertole.
Perchè non c’è grandezza dove non c’è passione.
Nel caso il suo manoscritto t’arrecasse noia, noi pensiamo davvero che non l’abbia fatto apposta (anche se in tal caso meriterebbe una punizione esemplare). Fossero invece cagione di gaudio le sue pagine, il merito sarà tutto di Luca che – detto tra noi – se l’è scelta proprio bella la sua Valentina.
Alla faccia di Antonello, il classico secchione di turno, che lo pensava un asino!