Lo sport non c’entra niente con la maratona. un maratoneta non è uno sportivo, non fa sport. Un maratoneta pensa con il corpo e il pensiero ossessivo del suo corpo è: resistere per 42195 metri ad una velocità superiore a quella già ottenuta. Immaginando il proprio miglior risultato come unico avversario, sconfiggersi è il chiodo fisso del maratoneta.
(A. Covacich, A perdifiato, Einaudi, Milano 2003, 173)
Roma (e.l.) – La Sacra Scrittura racconta e attesta che tante volte i giganti/difficoltà ci vengono messi davanti per avvicinarci un po’ di più a Dio. Anche i grandi mister insegnano che le difficoltà e le crisi possono capitare per fare un ulteriore salto di qualità. La settimana scorsa il nostro atleta era incappato in una crisi mentale profonda: le gambe giravano a meraviglia ma la testa sembrava non reggere più il peso della preparazione atletica. Tanto è stata preoccupante la scorsa settimana, quanto è stata consolante quella appena conclusasi (la sesta della preparazione, abbiamo transitato al giro di boa). Era una settimana molto impegnativa dal punto di vista atletico: tre lavori specifici e quel lunghissimo posto alla fine della settimana che qualche dubbio lasciava in sospeso sopratutto per quanto riguardava la tenuta mentale. Eppure è stato proprio quel lavoro fatto sabato mattina che ora ci permette di guardare con più fiducia all’appuntamento meneghino dell’aprile prossimo.
Ma veniamo nei dettagli.
Il primo lavoro – svoltosi martedì scorso a Villa Doria Pamphili (ormai il quartier generale della nostra squadra) – prevedeva una serie di 12 ripetute di 300m ciascuna da correre al ritmo di 3’05”-3’10″/km con 300m di recupero attivo ai 4’30″/km (guarda i dati). Questo lavoro ha permesso all’atleta di acquisire un po’ di velocità e di brillantezza. Anche se in maratona quel ritmo non si toccherà mai!
Il secondo lavoro – svolto giovedì pomeriggio scorso nello Stadio di Caracalla – prevedeva una serie di 4 ripetute di 2000m ciascuna da correre al ritmo di 3’25″/km con un riposo attivo di 3’30” tra una ripetuta e l’altra (guarda i dati). E’ sempre un lavoro faticoso quando si devono affrontare le ripetute a quelle velocità: ma alla fine è risultato un ottimo lavoro (troppo perfetto persino nei tempi) che ci ha permesso di guardare con fiducia poi all’allenamento di sabato mattina.
Quel lavoro consisteva nell’allenamento più lungo che la tabella di preparazione registri in vista di Milano 2011: si trattava di correre per 36km ad un ritmo non inferiore ai 4’30″/km. Diciamo che in questa fase si faceva esperienza per la prima volta in questa preparazione del fatidico muro del 32°/35° km. Un allenamento che s’è svolto lungo l’argine che da Padova scende verso Monselice – il nostro atleta è un ramingo nei suoi spostamenti, stavolta a motivo di un funerale -: lungargine pressochè piatto se si escludono due cavalcavia nella zona prossima a Montegrotto Terme. L’unico fastidio è stato quello di dover correre con una bottiglietta d’acqua in mano a causa della mancanza di fontane in quella zona. Cosicchè, una volta gettata (in un cassonetto, ndr) la bottiglia al “rifornimento” del trentesimo km, l’atleta ha tentato con successo d’accelerare il ritmo per finire con una progressione che gli ha permesso di avvicinarsi ad un ritmo di 4’/km nell’ultima fase della corsa. Alla fine sono uscite quasi 2′ 40″ di allenamento: non male! (guarda i dati)
Ora dopo una settimana di carico ci attende una settimana di scarico, si fa per dire. L’atleta non s’annoierà perchè il suo centinaio di km glieli abbiamo promessi e noi le promesse le manteniamo. Gli abbiamo concesso un solo sconto (anche se ce ne rimette lui stavolta): sabato prossimo invece di fare i 21km a ritmo maratona lasciamo che si riposi. Ma ogni medaglia c’ha due facce: domenica mattina, invece di riposare, correrà la Belluno – Feltre (30km) al ritmo maratona. Come dire: dietro ogni sorriso ci sta una possibile fregatura. Ma sono quelle sane fregature che gli permetteranno di mettere in cascina sensazioni e km preziosissimi in vista del suo appuntamento. Che, visto da questa settimana (diciamolo sottovoce), ci lascia ben sperare.
Da Roma – zona Villa Pamphili – per sullastradadiemmaus è tutto.