Uno dei dieci motivi per cui vale la pena correre da prete.
“Ciao Don Marco. E’ stato un vero piacere conoscerti ieri a Feltre, a dire il vero avrei voluto avvicinarti anche alla partenza ma eri concentrato così ho preferito sperare nel poterti incontrare all’arrivo. Infatti, non sai che significato può avere tutto questo per me, in fondo un significato lo avrà per tutti perché è faticoso. Io però vengo da 20 anni di tossicodipendenza (per la precisione cocaina), una droga che mi aveva tolto completamente la volontà e la fede. Poi è scattato in me qualcosa che forse era simile alla disperazione e leggendo il blog di Manlio (che ho già ringraziato per questo purtroppo non ancora personalmente) mi è venuta voglia di correre. Così ho iniziato con 500 metri alla volta. Mi piaceva, ricadevo nella droga e mi piaceva di meno. La voglia di riuscire ad arrivare al chilometro mi ha imposto a stare a casa una sera, due tre e così via. Correre era una fatica incredibile anche perché pesavo più di 100 kg. Per farla brave e non stressarti da più di due anni (2 anni e due mesi) non tocco più nulla. Ho fatto 2 maratone, molte mezze una bella Belluno Feltre.
E tu che centri?
In poche parole tu sei la persona che mi ha creato un nuovo link con la fede. Che ora è una fede nuova fatta di entusiasmo e di speranza. Non ti spiego il modo in cui questo è avvenuto, magari la prossima volta che ci vediamo! Grazie a don Camillo e a Peppone. E grazie a Dio e anche a me stesso che sono testardo e non mollo più!” (Maurizio)

Roma (e.l.) – Archiviata la settima settimana d’allenamento (che ha visto infrangersi la barriera dei 700 km già sistemati nella cascina), continua la marcia d’avvicinamento all’appuntamento meneghino del 10 aprile prossimo. La vera conquista di queste ultime due settimane è stata quella di gestire una crisi mentale che sembrava complicare estremamente la preparazione del nostro atleta. La settimana appena trascorsa era una settimana di scarico dopo i tre lavori fatti durante la sesta settimana e prima dei due lavori pesanti da fare in questa. Il nostro atleta doveva fare – oltre a quattro allenamenti di corsa lenta – uno a ritmo variato e una mezza maratona al ritmo della Maratona di Milano.
L’allenamento che prevedeva le variazioni (1km a 3’50″/km alternato ad 1km a 4’10″/km) ha sfiorato quasi la perfezione nel rispettare i tempi, complice la morfologia quasi omogenea dell’argine in cui si è svolto, complicato solamente da un fastidiosissimo vento contrario nella seconda parte dell’allenamento (guarda i dati). Questo ha permesso all’atleta di notare da solo come, allenamento dopo allenamento, il rispetto di una tabella aiuti a capire da soli il polso della preparazione. Lo consideriamo una lezione importante acquisita sopratutto nella preparazione di quest’ultima maratona.

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Il secondo lavoro – che prevedeva di correre 21km al ritmo/maratona – è stato un po’ scombussolato dalla decisione (presa all’ultimo) di partecipare alla 30 km di Belluno – Feltre: visto che gli impegni lavorativi di don Marco (la presentazione del suo romanzo Penultima lucertola a destra, ndr) l’avevano condotto da quelle parti nel week-end. Una decisione presa all’ultimo che non ha impedito agli organizzatori di scovare in mezzo alle iscrizioni il nome simpatico di un prete con la passione della corsa che ormai non è più un segreto. Forse è stato questo il pretesto che ha portato l’atleta a correre tutti e 30 i km al ritmo-maratona. Un allenamento importantissimo e fatto bene – in mezzo ad una organizzazione impeccabile e magistrale da parte dello Staff della Treviso Marathon – che ha permesso all’atleta di correre i primi 21 km assieme al gruppo delle prime donne in scia all’atleta della nazionale Deborah Toniolo. Passata la mezza maratona in 1h 18′ 51″ (3’43″/km) è stato costretto a rallentare nel finale (complice la presenza di una salita tra il 24° e il 27° km) a causa di un forte crampo che impediva di spingere a fondo nella parte finale della gara. Le sensazioni, però, sono state ottime e hanno messo nell’animo la fiducia che la strada percorsa è stata fatta bene. Alla fine ne è uscito un ventiseiesimo posto assoluto con 1h 55’15” con una media finale di 3’49″/km (guarda la gara).
Se l’animo di un maratoneta vive di quelle piccole vocine che gli parlano durante lo sforzo, allora questa settimana è stata una di quelle che hanno rasserenato maggiormente il nostro atleta. Che – adesso speriamo diluisca un po’ gli impegni in questo mese finale e cruciale – a questo punto potrebbe veramente essere in grado di realizzare il sogno che l’ha animato fin qui.
Un nostro parrocchiano – dopo aver saputo della sua fatica mentale e, probabilmente, conoscendo le sue passioni e amicizie –  gli ha fatto arrivare un video via email. La voce è nota, come anche il suo volto: uno di quei volti che in questi mesi da dietro le quinte non ha mai smesso di credere in un sogno che, qualora diventasse realtà, sarebbe da condividere in famiglia. Nel frattempo è la colonna sonora di parecchi allenamenti e riflessioni. E, vista la lettera posta in calce a questo post, oggi ci sembra bello poterla dedicare a Maurizio: perché la vita rimane una fantastica storia. E la corsa la sua metafora più bella!

“Questa corsa somiglia alla vita/ che a volte da ma troppe volte prende/ prima si sale ma dopo si scende (…) Ma questa corsa finirà, e alla fine ci sarà, il mio sguardo sul traguardo come un kamikaze che /sfida il sole che tramonta dietro sé / Ma questa volta il mio sguardo è solo per te” (T. Guderzo, Uno sguardo sul traguardo)

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Da Roma – zona aeroporto di Fiumicino – per sullastradadiemmaus.it è tutto.

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