Buona notizia: scusa

Ladri gentiluomini?

Possono esserci dei ladri gentiluomini? Può esserci un limite, un confine, un argine per chi abitualmente abita la marginalità, il crimine, magari accompagnato da marginalità e degrado? C’è spazio – in altre parole – per una volta, almeno, per una buona notizia?
Verrebbe da pensare di no.
A fronte delle tante cattive notizie, amplificate dai mass media, forse, la reazione più spontanea è il commento dell’esasperazione profetica: Signore, fino a quando?[1]

La visibilità del bene

La questione diventa – giorno dopo giorno  –  più pressante, in concomitanza con l’aumentare della pervasività dei medi. Il dubbio è che vi sia una scelta deliberata di soffermarsi, in modo sensazionalistico sul male, per motivi di tornaconto. Perché il bene è – per sua natura – sempre discreto, cui è necessario restituire l’opportuna visibilità, affinhcé divenga un incoraggiamento.

Lo sguardo di Cristo

È Gesù Cristo stesso a fornircene un esempio nel Vangelo, quando ci racconta di un piccolo dettaglio di quanto avviene nel Tempio di Gerusalemme: nel trambusto generale, tra svolazzi di frange sempre più allungate, nel tintinnio di onerosi preziosi come offerta nel tesoro, lo sguardo di Cristo si posa, pietosamente, sull’obolo, generoso ma quantitativamente insignificante di una povera vedova che, al contrario degli altri, offriva “tutto quanto le occorreva per vivere”[2]. Più della generosità, l’invito è a guardare con lo sguardo di Cristo, capace di soffermarsi sui dettagli (apparentemente) più insignificanti.

Cerignola: misfatto e rimedio

«Come amministrazione avevamo promosso la settimana del cuore con uno screening gratuito in piazza Matteotti affinché i cittadini potessero effettuare liberamente ECG in un camper attrezzato» aveva spiegato l’assessore di Cerignola (FG), specificando come quella tipologia di esame  «spesso si rivela salvavita». Facile comprendere come il furto di un camper attrezzato per favorire l’accesso, gratuitamente e a chiunque, avesse provocato sgomento, rabbia ed indignazione, a partire dalle autorità direttamente coinvolte, che sono state costrette, loro malgrado, a far saltare l’iniziativa, che era prevista per sabato scorso (25 marzo). Aspre sono state le parole dello stesso assessore, in quell’occasione, che non ha esitato a definire «osceno» chi si era macchiato di tale misfatto, proprio perché, oltre ad avere commesso un reato ai danni di un patrimonio della collettività, ciò era andato a detrimento di singoli (magari in difficoltà economica) e della loro possibilità di accedere a un’importante occasione di prevenzione.
Detto, fatto. L’oscenità è stata rimediata, con tanto di biglietto di scuse annesso, recapitato assieme al veicolo restituito, intatto e (nuovamente) predisposto all’uso in favore della comunità del  comune foggiano.

Il nostro sguardo

Possiamo fermarci a quello che manca (non si sono detti pentiti del furto, ma dell’oggetto del furto). Oppure, possiamo percepire il timido germoglio del bene che nasce, una coscienza non ancora soffocata nel male, capace di cogliere, in un rimprovero mal effettuato e per nulla assertivo, una possibilità di riscatto, un diniego, almeno parziale, del male.
Non è un invito a negare il male, ma un invito a percepire la fratellanza nella concupiscenza che ci accomuna. A fronte di questo, nella vita di ognuno si può scegliere di illuminare il desiderio di bene, oppure far emergere la polvere da sotto il tappeto. Il problema è che ognuno ne ha un po’. Ed è illusorio consolarsi solo perché (ci si illude) la propria sia un po’ meno. Forse è più fruttuoso, invece, incoraggiarci nel bene, rendendo meno ‘tossico’ l’ambiente intorno a noi.


[1] Sal 13 (12)

[2] Lc 21


Fonti notizia:
Repubblica FQ


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